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Le nuove Cenerentole vogliono… Innamorarsi a Manhattan | Fuori le Mura

Le nuove Cenerentole vogliono… Innamorarsi a Manhattan

23 gennaio 2012

di Maria Cristina Costanza

Una lettura profonda, ma poco impegnativa, per sognare ancora sull’amore perfetto

Ho iniziato a leggere Innamorarsi a Manhattan di Kate Parker (Leggereditore) con la chiara convinzione di essere critica e obiettiva, e sfuggire ai commenti che, in qualche modo, finiscono per sminuire un certo tipo di produzione letteraria raccolta sotto la definizione di chick lit. Perché di questo si tratta. L’enciclopedia più fruita del web – stiamo parlando di Wikipedia – la definisce “un genere letterario emerso negli anni novanta e rappresentato da scrittrici, soprattutto britanniche e statunitensi, che si rivolgono prevalentemente a un pubblico di donne giovani, single e in carriera”.

Da questa definizione, così, si irradiano una serie di caratteristiche del genere che pure sono riscontrabili nel romanzo della scrittrice newyorkese. La protagonista dell’avventura romantica, ambientata per metà nella grande mela, è Alice Irene Giuliani, dottoressa che si avvilisce per il dolore dei piccoli pazienti al suo reparto, quello di pediatria, ma che ha superato la tragica separazione dal marito, alcolista e violento. Alice ha una ferita profonda data dal fallimento del primo matrimonio, finito con una tremenda storia di stalking, subito da Carl, ma crede ancora nell’amore romantico. Ha con sé la criticità scientifica di un medico, ma sa sognare, con la recitazione, che pure pratica e che la porta a visitare in abito lungo Tiffany sulla quinta strada, luogo da cui si dipana tutta la storia. Nella protagonista, una Cenerentola di ultima generazione, insomma, un largo spettro di caratteristiche nelle quali ogni ragazza, in cerca di una piccola avventura letteraria, profonda ma poco impegnativa, può riconoscersi.

Kate Parker

Essere single, come recita la definizione dell’enciclopedia wiki del web, comporta, inevitabilmente, la ricerca di una metà e, ovviamente, la presenza di un uomo. L’uomo di Innamorarsi a Manhattan è Matias Kilmer, insegnante universitario, ma anche scrittore. All’inizio del volume è un uomo prossimo all’altare, ma poi, per motivazioni a lui esterne, si ritrova single. Matias è posato, ma creativo. Forte, ma romantico. Come dire, un bazar di buoni requisiti che strizzano l’occhio ai desideri di molti tipi di donna, e lettrici.

Preparato il terreno, definiti il lui e la lei, il filo narrativo, costruito da Kate Parker, scorre in oltre 250 pagine, fatte di pause e rincorse fra le due metà. Fino a quando l’happy ending diventa l’ultima stazione della corsa, alla quale si giunge con la certezza di aver fatto una lettura leggera e romantica, nel senso più generale del termine. E forse questo il senso più profondo della “letteratura per pollastrelle”: una lettura di evasione, che procede spesso per stereotipi, ma che, a partire dalla sua stessa definizione, alla fine ha una sua propria utilità. Leggere per sognare una storia semplice che finisce bene. E in tempi difficili come questi, non è certo poca cosa.

Innamorarsi a Manhattan
Titolo originale: Falling in Love
Autore: Kate Parker
Traduzione: Rebecca Traimonti
Pagine: 294
Prezzo: 10 euro

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