Search
Tuesday 16 April 2024
  • :
  • :

La madre: il male va in onda | Fuori le Mura

La madre: il male va in onda

23 gennaio 2012

di Rachele Mannocchi

Una rilettura in chiave contemporanea de “Il malinteso”, opera d’esordio teatrale di Albert Camus, che trasferisce all’interno di uno studio televisivo il dramma e il delirio omicida del testo dello scrittore francese declinati secondo il modello della rappresentazione mediatica

Paola Rinaldi

Spettatori ma nel senso “televisivo” del termine. Questa la prima sorpresa per il pubblico che assiste allo spettacolo La madre, dello scrittore e giornalista Paolo Fallai, in scena fino al prossimo 29 gennaio presso il Teatro Vascello. Palcoscenico della rappresentazione uno studio televisivo in cui va in onda “Crimina”, programma dedicato alle menti criminali presentato da Marta, giovane e impostata conduttrice, interpretata da Vittoria Faro che, per questa puntata, ha in serbo un ospite d’eccezione: la madre, un’intensissima Paola Rinaldi, arrestata per aver commesso ben dodici efferati omicidi.

Il plot è quello de Il malinteso, scritto da Albert Camus nel 1943 ed in scena per la prima volta al Théâtre des Mathurins di Parigi nel giugno del 1944. Due assassine, madre e figlia, prigioniere del loro albergo in una regione fredda e sperduta di un’Europa senza speranza, che nutrono i loro sogni uccidendo e rapinando i viaggiatori di passaggio nella speranza di raccogliere il denaro sufficiente per trasferirsi in un “altrove” pieno di sole a cui non sembrano credere fino in fondo. Il dramma diventa epico quando una di queste vittime si rivela essere il figlio dell’una e il fratello dell’altra, tornato dopo un’assenza di vent’anni, senza farsi riconoscere dalle due donne, a cercare le proprie radici.

locandina

La madre non si limita ad essere una mera mise en scène del testo del drammaturgo francese ma, grazie anche al progetto audiovisivo di Mario Marra, ne verifica la portata drammaturgica in un contesto quanto mai attuale e scottante: la rappresentazione mediatica del male. Conduttrice e ospite non sono altro che quella madre e quella figlia che non seppero riconoscere il loro sangue nel congiunto poiché incapaci di “sentire” gli affetti. Un cinismo sottile che, portato sullo schermo, si tramuta in un gioco quasi maledetto davanti all’indifferenza irrimediabile di noi spettatori. “La negazione della vita, la soppressione del ruolo maschile, la rinuncia al futuro – come afferma Fallai – non si accontentano di essere visti in un’implosione di furore sordo: appaiono, e come per un ulteriore grado di maledizione, di fronte a una telecamera, si permettono finalmente di esistere”.

Vittoria Faro

 

È l’apparente levità con cui vengono commessi gli omicidi – caratterizzati da una routin quasi “domestica”: l’accoglienza del malcapitato, il tè drogato, la spoliazione dei beni, il corpo fatto scivolare nel fiume ecc. – a costituire il vero elemento tragico. Il peso dei cadaveri che è costretta a trascinare in acqua sembra costituire, per la madre, una fatica sfiancante, ben più opprimente del senso di colpa che dovrebbe scaturire dall’omicidio stesso. L’odio delle due donne non è mai rivolto alle vittime bensì all’esistenza, alla negazione stessa della propria femminilità fonte di vita: per la madre che arriva a sopprimere l’uomo che ha generato, per la figlia che dalla carezza vitale dell’amore non è mai stata sfiorata e alla quale, a differenza del fratello, non è mai stato permesso di vedere il mare, le spiagge, la luce. L’unica via di salvezza di cui parla la madre, rispondendo a una delle incalzanti domande di Marta, è quella di essere dimenticata; alla figlia, che ha fatto delle parole la sua professione, povera illusa, grida disperatamente che non è attraverso il dialogo che si capiscono le persone e, per tutta l’intervista, continua a guardarsi le mani, silenti colpevoli di tante atrocità. L’interpretazione drammatica delle due protagoniste risulta più che convincente; abilissime nel dar voce aun dolore anaffettivo attraverso le maschere tragiche imposte dallo schermo televisivo.

La madre
Di: Paolo Fallai
Regia: Alessandro Berdini
Liberamente tratto da: Il malintesto di Albert Camus
Cast: Paola Rinaldi, Vittoria Faro
In scena dal: 19 al 29 gennaio
Tutte le sere ore 21.00, domenica ore 18.00
Teatro Vascello
Via Giacinto Carini, 78 – Roma
Prezzo: 20 € (intero), 15 € (ridotto)

Share