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Corsi e ricorsi della moda: l’intramontabile stile anni ’40! | Fuori le Mura

Corsi e ricorsi della moda: l’intramontabile stile anni ’40!

16 gennaio 2012

di Nicolamaria Coppola

Linee castigate ma super femminili, forme lineari e tessuti poco elaborati ma chic, nessun eccesso ma tanto glamour. Tutto ciò che ha reso unici gli anni ’40 rivive oggi nelle collezioni invernali degli stilisti

Sono gli anni della Seconda Guerra  Mondiale, della  fine dei  totalitarismi in  tutta Europa e dei grandi  cambiamenti. Sono  gli anni in cui il settore  della  moda  vive grandi rivoluzioni e  l’impronta  lasciata  dagli anni ’40 alle generazioni  successive è  quanto mai forte e  incisiva. Sulle scie del passato e sulle  tendenze di  quel tempo, gli stilisti di oggi hanno realizzato  nuove collezioni in cui la parola d’ordine  è essenzialità: le linee  dritte, i pochi eccessi e la  sobrietà sono i segni più  visibili di una  moda che nasce, cresce ma non muore mai. Ed è  proprio sulla falsariga degli anni ’40 che i  couturiers italiani ed  internazionali hanno disegnato gli abiti di questa stagione, capi dal  taglio squadrato, gonne ampie e vestiti lunghi fino al ginocchio che fanno della donna contemporanea una rivoluzionaria con l’obiettivo dichiarato di affermarsi nella società.

Necessità e vanità, guerra e rinascita, rigore e femminilità sono le caratteristiche che hanno segnato un decennio che rappresenta un vero e proprio spartiacque nella storia del mondo e dell’uomo moderno, contraddizioni che si riflettono direttamente nella moda di quegli anni e che rivivono oggi nelle collezioni invernali degli stilisti. Tra i vari motivi sociali, economici e culturali, due furono quelli determinanti nell’influenzare la moda degli anni ’40: l’apertura ai lavori maschili che le donne furono costrette a svolgere durante la guerra a causa dell’assenza dei mariti, occupati al fronte, e la crisi dell’industria tessile che obbligò a trovare nuovi tessuti in alternativa al cotone. Negli anni della guerra e in quelli immediatamente successivi, la moda si semplifica e le donne vedono uniformare il loro modo di vestire a quello degli uomini. Giacche squadrate, spalle evidenti, lane pesanti, gonne a tubo nel tentativo di risparmiare i tessuti. E ancora mantelli con cappuccio, tailleur a la graçonne con camicia bianca e cravatta nera, tubini dalle linee rigide e dalle fantasie monocromatiche. Gli abiti da mattina sono in linea “a sacco”, mentre quelli per il pomeriggio si riaccostano al corpo; torna di moda il manicotto, vanno i puà o composti ramages geometrici. Per la sera gli abiti prendono aspetto a tunica, la linea è semplice e può essere più o meno avvolgente.

Queste donne austere e rigorose che prendono in mano la  propria vita e portano avanti la casa e la famiglia sostituendosi ai mariti nei tradizionali lavori maschili,  riescono, tuttavia, a rivendicare la propria femminilità. La  voglia di essere femminili, infatti, non è morta con la  guerra, ed ecco, dunque, che la vita degli abiti diventa  ancora  più stretta, la gonna a tubo sottolinea le forme, compaiono i  coprispalle da portare coi guanti e la borsa rigida, e si  indossano cappelli e turbanti. Le calzature si presentano  ancora a zeppa, i corpini sono sorretti da stecche di balena che  spingono su il seno, e negli abiti da sera domina il tulle.

In questo autunno-inverno la moda anni ’40 è tornata a splendere. Le linee sono castigate ma non per questo poco femminili, i colori degli abiti sono forti e decisi (cammello, verde, porpora, marrone, blu scuro e nero), e a farla da padrone è tutto il glamour della vecchia Hollywood. Marlene Dietrich è stata la musa ispiratrice della collezione invernale di  Gucci, una donna elegante ma con carattere che indossa i pantaloni per affrontare una società che la vede protagonista. Doppiopetti preziosi dalle maniche ampie in tessuto pregiato, microcinture e splendidi coprispalle in pelliccia su morbidi pantaloni con coulisse a vita alta. Gli accessori sono piccoli gioielli di design, colori neutri dal sapore quasi vittoriano e l’irrinunciabile cappello, vero must have di quest’inverno 2012. Rispolverando le linee del dopoguerra, vengono recuperati blazer e cappotti con tagli impeccabili dal sapore militare, camicie bianche con collo stondato da mettere con maglioni, e cardigans in lana grossa.

Mentre Burberry Prorsum ha reinterpretato il taglio classico del trench in cappotti sagomati chiusi da cinture importanti e impreziositi da morbide pellicce su spalle e collo, per Fendi il capo cult di questa stagione è l’abito intero dai colori scuri che fanno tanto bon ton. Lo stile Quaranta vede l’accostamento di capi minimal e dettagli romantici, ed ecco, quindi, che questi vestiti dalle linee rigide e sartoriali  vengono indossati con scarpe gioiello allacciate alla caviglia e handbag dai colori tenui.  La collezione Louis Vuitton firmata da Marc Jacobs predilige i vestiti con microstampe, ingentiliti da colletti candidi da brava ragazza. Le lunghezze seguono le regole del buon gusto con i cinque centimetri canonici sotto il ginocchio, le maniche degli abiti sono a palloncino e sono gli accessori che danno il tocco chic definitivo: piccoli guanti neri per proteggere le mani, micro borsetta e ai piedi tronchetti stringati dal tacco altissimo con plateau nascosto.

Il trucco per quest’inverno è leggero, con le labbra, però, ben in vista: è questo il mood anni Quaranta. La pettinatura con scriminatura laterale è l’interpretazione attuale dell’epoca. In quel periodo le donne cominciarono a farsi crescere i capelli dopo il look corto in voga tra gli anni ’20 e ’30, raccogliendoli cotonati all’altezza delle tempie con riga di lato, lasciandoli sciolti in onde morbide che sfioravano le spalle o in elegantissimi chignon, questi ultimi ripresi dalle pettinature primo Novecento.

Avere gli anni ’40 come ispirazione per la  moda attuale è come un soffio raffinato in  un’epoca caratterizzata fortemente dagli eccessi e dagli  estremi, dal minimalismo o dall’eccentricità,  dal bon ton perbenista o dal trash sfacciato. Si tratta di una tendenza che ci  dà il buon augurio in questi tempi  cupi, non solo per l’economia, ma  anche per lo stile.

 

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