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I demoni del deserto di Bijan Zarmandili | Fuori le Mura

I demoni del deserto di Bijan Zarmandili

5 dicembre 2011

di Danilo Supino

Un maestro e un’adolescente, nonno e nipote, e il sud dell’Iran a far da sfondo

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Spesso utilizziamo il termine “minestrone” per indicare un accozzaglia di qualcosa. Riflettiamo, però, su cos’è un minestrone. È un insieme di verdure nutrienti: passandole sulla nostra lingua riusciamo a riconoscere il sapore di ognuna, a distinguere ogni singolo legume. A questo punto, il minestrone, o per dirlo in persiano ash-e gandom, diviene un esplosione di gusti.

Ecco, questa può essere la metafora che descrive meglio I demoni del deserto di Bijan Zarmandili, un ash-e gandom di Iran, ben nutriente. Il kavir e gli jiin (ndt deserto e spiritelli), il tradizionalismo religioso e la modernità, il poeta Hafez e il rapper Hichkas, la solidarietà umana e la malavita. Sono temi e aspetti presenti nel romanzo, che si incontrano, si ritrovano e rimangono impressi nella mente del lettore.

La narrazione ha inizio in medias res. Un uomo anziano e un’adolescente attraversano il deserto, partiti da Bam dopo che un terremoto ha completamente distrutto la città. Il sisma a cui si fa riferimento, è realmente accaduto il 26 dicembre 2003.
L’uomo anziano, Agha Soltani, un maestro di scuola media, si ritrova senza più familiari, privato dei figli con la sola Hakimè, sua nipote, una bambina taciturna e misteriosa, ma bellissima e dagli occhi zagh.
Disagi, vicissitudini e sani rapporti umani di ospitalità e cordialità si alternano durante questo viaggio doppio, non solo geografico, ma in particolar modo un percorso di maturazione individuale e psicologico.
Agha Soltani, nonostante il suo mestiere, si ritrova inadatto nel rapporto con la nipote, la quale oltre alla sua maturazione fisica si ritroverà ad affrontare la vicenda di un rapimento che la condurrà a far parte di un harèm di un ricco khan.

A far da sfondo a questa straordinaria e bellissima storia su un inedito rapporto umano tra nonno e nipote, l’Iran, con tutti i suoi aspetti apparentemente contraddittori.

Le descrizioni dei personaggi sono denotative dei luoghi. Zarmandili per rappresentare ognuno fa ricorso ad un ricco immaginario esotico (“i capelli marroni color dattero maturo”) e all’uso di un lessico sensoriale (non solo visivo ma anche olfattivo e gustativo).

Il viaggio e una trama efficace, seppur articolata, rendono I demoni del deserto un romanzo dall’agevole lettura che lascia nella mente del lettore un nitido immaginario dell’Iran tanto da avere la sensazione di aver accompagnato Agha Soltani e Hakimè da Bam, attraverso Jifrot, fino a Bandar Abbas.

I demoni del deserto
Autore: Bijan Zarmandili
Casa editrice: Nottetempo
Pagine: 260
Prezzo: 16€

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