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Shades of women. Sguardi al femminile | Fuori le Mura

Shades of women. Sguardi al femminile

21 novembre 2011

di Danilo Supino

15 fotografe, 15 proiezioni per 5 argomenti diversi. A Stephanie Gengotti, Isabella De Maddalena, Maike Pullo spetta il tema Sweet Home

The other di Angelina Chavez

Shades of women è la rassegna curata da Ilaria Prili, fotografa, che intende mostrare la realtà attraverso lo sguardo femminile, accompagnato dalla particolarità di un corredo ricco di sensibilità e peculiarità emotiva.

Ogni serata ospita tre giovani artiste che si confrontano su un argomento diverso per ogni appuntamento. Stephanie Gengotti, Isabella De Maddalena e Maike Pullo attraverso i loro scatti hanno raccontato ciò che per loro è il concetto Sweet Home (14 novembre)

Apre la proiezione di Stephanie Gengotti, il progetto Along the river, vincitore del premio FNAC 2010. Lo shooting scattato all’Idroscalo di Ostia, è accompagnato dalle letture pasoliniani di Ivan Festa.
Along the river è uno squarcio di una realtà non tanto distante da Roma, che dà l’impressione di non appartenere a noi. Lì 500 famiglie si sono stanziate, occupando abusivamente stabili in disuso. Si sono radicate in quel luogo, organizzandosi alla meglio, con le proprie mani, riuscendo ad ottenere con gli anni i numeri civici, l’acqua potabile e le cabine dell’ACEA. Con la costruzione del porto di Ostia e dal seguente progetto di allargamento, gli abitanti dell’idroscalo rischiano continuamente lo sfratto.

Isabella De Maddalena ci porta in Danimarca, nelle comunità di Rumlepotten e Toustrup Mark. Il progetto si chiama Community Living, ed è un viaggio nell’esperienza del co-housing, un sistema abitativo collettivo sviluppatosi sul finire degli anni ’60. Questa formula presenta alloggi individuali e luoghi comuni, come la sala da pranzo, le aree ricreative (addirittura una sala prove), i giardini. Si ricrea, così, un ecosistema interno alla comunità, parallelo alla vita esterna. Gli abitanti organizzano giornate di lavoro, progetti, e manutenzione il tutto compatibile con gli impegni lavorativi e non al di fuori dei complessi di co-housing.

Maike Pullo, dà una visione diversa di Sweet Home, e il termine inglese lo permette. Non il concetto fisico di casa ma il senso affettivo di esso. Accompagnata dal maestro Ramin Rahmi che ha eseguito il suo brano Infinito, Persepolis Reloaded ha come soggetto donne iraniane lontane dal loro paese e residenti a Roma, le quali hanno ricreato in Italia, nell’intimità della loro casa, un po’ di Iran.

Stephanie, Isabella e Maike, si sono così raccontate.

Perchè avete scelto questi tipi di soggetti?

Along the river di Stephani Gengotti

Stephanie Gengotti: E’ un luogo legato alla mia infanzia, sono nata ad ostia anche se l’Idroscalo è sempre stato considerato una comunità a sé, un posto mistico e surreale quasi incomprensibile agli occhi dei cittadini comuni. La gente la domenica andava lì a passeggiare lungo gli scogli oppure ci andavano i pescatori ma era come se le persone che lo abitavano fossero invisibili, nessuno si interrogava sulla loro vita se non in negativo.
Si è sempre pensato all’idroscalo come un luogo legato alla criminalità e alla malavita, ma io fin da piccola lo guardavo con interesse e curiosità. L’idroscalo ha sempre esercitato un certo fascino su di me, è un luogo che ho visto trasformarsi negli anni, lo osservavo da sempre finché un giorno ho deciso che era arrivato il momento di andare a fondo. Volevo raccontare quello che è oltre la facciata, entrare nelle case, parlare con la gente, fotografarla entrandovi in reale confidenza, cercando di far emergere verità ed emozioni spesso inascoltate. Ho passato mesi senza fotografare, volevo farmi conoscere e volevo che si fidassero di me. Volevo che la loro storia fosse conosciuta, far sapere che lì ci vivono famiglie per bene, gente che lotta tutti i giorni per il diritto alla casa e che vuole vivere nel luogo che ha scelto e non in qualche residence della capitale. Il degrado che si percepisce è causato non dalla mancanza di rispetto per il luogo che si abita, ma dal fatto che lì si vive nell’incertezza del domani e non si possono investire soldi privati con la minaccia dello sgombero che aleggia sempre sulle vite della gente.

Isabella De Maddalena: Quando ho realizzato questo lavoro mi trovavo in Danimarca per un master in fotogiornalismo. Il tema del primo assignment che ci è stato commissionato è stato un progetto sul modo di vivere danese. Facendo delle ricerche ho scoperto che il sistema del co-housing era nato proprio in Danimarca alla fine degli anni ’60. Mi è sembrato un tema molto interessante perchè oggi, se il fenomeno del web ha da un lato ampliato la nostra rete di rapporti, dall’altro l’ha anche molto limitata e appiattita. Penso che in questo momento storico sia molto importante ritrovare un senso di socialità e solidarietà come c’erano un tempo nelle famiglie allargate, prestare maggiore attenzione a chi ci sta accanto e sfruttare le risorse che abbiamo vicino, fare gruppo ed essere solidali con esso.

Maike Pullo: Le donne, le ragazze iraniane che si sono viste durante le manifestazioni post elettorali nel 2009 mi hanno incuriosito, si sapeva molto poco di loro. Mi sono chiesta: come sono? Cresciute in una società fortemente patriarcale e restrittiva, mi possono assomigliare oppure la loro cultura e storia, cosi distante dalla mia, le rendono diverse? Le poche informazioni a riguardo e l’impossibilità di poterne attingere di nuove mi ha portato a occuparmi della tematica, volevo conoscere queste donne che, cosi diverse dalle donne di altre società islamiche, avevano il coraggio di scendere in strada a viso scoperto e affrontare la situazione tragica del paese per cambiarlo. Conoscendole, le ho scoperte molto simili e mi sono ritrovata in una storia intima di emigrazione esistenziale, nel quale il concetto di “casa” si affievolisce e si delinea un concetto di global homelessness.

Community Living di Isabella De Maddalena. Comunità di Toustrup Mark, Danimarca, giugno 2010. Lea salta sul tappeto elastico del giardino comune. Toustrup Mark è composta da 25 appartamenti e abitata da circa 70 persone, di cui la metà sono ragazzi e bambini.

Nel vostro ultimo lavoro e nei precedenti c’è la tematica sociale. Perché questa scelta?

Stephanie Gengotti: Ho sempre percepito la fotografia come un potente mezzo per portare un messaggio. Il mio lavoro è mirato a portare alla luce aspetti che vengono spesso ignorati, è il mio modo di portare un contributo. Ci sono storie che mi rapiscono completamente e per raccontarle ho la necessità di entrare in simbiosi con il luogo e le persone, ci passo mesi interi. L’obiettivo principale è quello di far percepire a chi guardale immagini l’atmosfera dei luoghi che racconto e quanto siano straordinarie le storie di queste persone.

Isabella de Maddalena: Lavoro su tematiche sociali e spesso riguardanti il mondo femminile perchè la fotografia è per me uno strumento di conoscenza del mondo, approfondimento di temi che mi stanno a cuore e avvicinamento a realtà che trovo interessanti conoscere e far conoscere. Penso che la fotografia sia un grandissimo strumento di conoscenza, ci porta ad ampliare il nostro punto di vista e a metterci in relazione con mondi a volte distanti ma anche per certi versi vicini. La fotografia sociale mi permette di raccontare storie vere di persone vere, comunicare realtà che resterebbero altrimenti sconosciute. Dare voce a chi ancora non ce l’ha. Racconto spesso storie di donne perchè da donna le sento vicine e rispetto ad un uomo ho più facilmente accesso a determinate realtà.

Maike Pullo: La tematica sociale è sempre presente nei miei lavori; é un modo per rimanere in contatto con la vita e conoscere realtà diverse dalla mia, non esiste niente di più interessante e complesso del soggetto umano, ogni esperienza vissuta è un arricchimento non solo personale, ed è giusto ri-conscerlo per onorarlo e condividerlo.

Shades of women. C’è una differenza, di punto di vista, dalla fotografia al maschile? Se sì, in cosa?

Stephanie Gengotti: Non penso ci sia una reale differenza, la differenza è più legata alla sensibilità di ogni singolo individuo nell’affrontare una determinata tematica.

Isabella de Maddalena: Sicuramente parlare di fotografia ‘maschile’ e ‘femminile’ potrebbe risultare semplicistico e un po’ limitante sia per gli uomini che per le donne. Però penso che si possano fare delle differenze in termini di una diversa sensibilità maschile e femminile, che è un po’ l’approccio che la rassegna Shades of women ha voluto evidenziare. Penso che le donne possano avere una maggiore capacità di introspezione e un bisogno di creare un rapporto intimo con le persone fotografate. Un approccio più riflessivo forse. E sicuramente una differenza la si può fare nella scelta dei temi, penso a Lauren Greenfield e al modo in cui ha saputo raccontare l’evoluzione dell’immagine della donna al giorno d’oggi. E a come l’essere lei stessa donna le abbia permesso di andare in profondità e ironizzare sulle debolezze e manie femminili legate al mito della bellezza. Credo molto nel fatto che si riesca a raccontare davvero bene ciò che si conosce e che il filo della sensibilità sia prezioso da seguire nella propria crescita artistica.

Persepolis Reloaded di Maike Pullo

Maike Pullo: Si, esiste una differenza nella fotografia maschile e femminile, ma come anche tra i diversi fotografi. Forse le fotografe donne si interessano e scelgono tematiche diverse da quelle dei loro colleghi maschili, hanno un approccio più emotivo e delicato e colgono aspetti diversi e meno evidenti. La fotografia è principalmente un linguaggio, un modo di comunicare, e quando è libero, spesso è più immediato ed emotivo (di tante parole) per lo spettatore. Il fotografo tenta di scorgere aspetti della realtà, della vita per decifrarla e fermarla, documentarla a suo modo, e in questo passaggio spesso subentra l’inconscio; il risultato diventa un prodotto a se stante, che va oltre le due parti. Il fotografo agisce con tutta la sua personalità, anche di genere, sul suo lavoro.

Shades of Women
17 ottobre 2011 – 12 dicembre 2011
Teatro Due Roma
Orario: 21.00
Ingresso gratuito

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