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Didone, Bernardone e altre sciagure | Fuori le Mura

Didone, Bernardone e altre sciagure

21 novembre 2011

di Tania Marrazzo

Tre personaggi, storici e mitici, per indagare tre tipologie diverse di tradimento attraverso tre registri scenici altrettanto diversi

Uno spettacolo estrosamente fuori dal comune quello che venerdì 18 novembre ha debuttato presso l’associazione culturale Sinestesia Teatro – Piccolo Re di Roma. Inosservato, poco pubblicizzato e sfornito perfino di una vera e propria locandina che lo promuovesse al di fuori, ma anche all’interno, del teatro stesso, Didone, Bernardone e altre sciagure, presentato dalla Compagnia Teatro Oltre, riporta in auge generi di nicchia e non, missando stili recitativi e linguaggi con grande maestria. Coloro che, ingannati dal titolo, presumano di trovarsi di fronte a una rappresentazione di tipo tragico rimarranno piacevolmente stupiti nell’appurare che trattasi in realtà di un condensato di tragedia e commedia soventemente sfociante nel grottesco senza mai però cadute di stile. Autore e attore, Pierfrancesco Ambrogio è l’unico interprete della sua opera sostenuto da un quartetto musicale che accompagna e a tratti si inserisce nella scena similmente a un coro greco.

Didone, Bernardone ed altre sciagure è una dissertazione sul tema del tradimento sia dal punto di vista di chi è tradito che di chi tradisce. Due personaggi appartenenti alla storia religiosa e uno mitico si ergono a rappresentati di tre possibili espressioni del tradire verbo che, come viene sottolineato nel corso dello spettacolo, ha nella sua derivazione latina tradere il significato di dare, affidare, consegnare, indicando dunque un’azione che veicola qualcosa da qualcuno a qualcun altro, e dunque una sottrazione. Il primo a essere indagato è Giuda, colui che vendette Gesù al sinedrio per trenta denari, l’unico che adopera un linguaggio e indossa abiti contemporanei proprio perché incarna un simbolo antico ma sempre attuale, l’essenza stessa del tradimento. Ambrogio riflette sulle cause che lo fecero venir meno alla fede nei confronti del figlio di Dio, non lo condanna ma cerca di capirlo in quanto uomo. Segue dunque Pietro Bernardone dei Moriconi, padre di San Francesco d’Assisi, avido e ricco genitore rinnegato che esprime in volgare tutta la sua cieca rabbia per il tradimento filiale.

Richiamata dagli Inferi arriva infine Didone, detentrice del tradimento amoroso, addobbata (più che vestita) a mo’ di vedova nera con tacchi altissimi. Declama in versi le sciagure subite a causa dell’abbandono di Enea ma non con intonazione straziante bensì come se fosse quasi un’attrice di cabaret, di vaudeville, trasformando così la tragedia in uno spettacolo comico e felicemente anacronistico. Tre tuffi in tre epoche diverse per raccontare gli sconvolgimenti dell’animo umano provocati dal tradimento. Senza schierarsi, senza puntare il dito ne prendere le parti di nessuno. Una sceneggiatura sublime e complessa padroneggiata, nei sui mutamenti linguistici e di stile, da un poliedrico Pierfrancesco Ambrogio che tiene viva l’attenzione per più di un’ora sostenuto solo dalle sonorità, un po’ jazz e un po’ swing, della piccola orchestra.

 

Didone, Bernardone e altre sciagure
Di e con: Pierfrancesco Ambrogio

Musiche:
Salvatore Zambataro – fisarmonica
Remo Izz – sax tenore
Marco Turriziani – contrabbasso e chitarra
Paolo Margutta – percussioni
Alessandra Lattanzi – pianoforte
Antonio Congi – violino

In scena dal: 18 al 20 novembre 2011
Orari: venerdì 18 e sabato 19 ore 21:00. Domenica 20 ore 17.30
Associazione culturale Sinestesia Teatro – Piccolo Re di Roma
via Trebula n. 5 (Piazza Re di Roma)
Prezzi: ingresso 10 €; tessera associativa 2 €
www.piccolorediroma.it

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