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Buster Keaton: l’uomo dietro il fenomeno | Fuori le Mura

Buster Keaton: l’uomo dietro il fenomeno

21 novembre 2011

di Erminio Fischetti

Tornano in home video alcuni dei capolavori del genio comico: Senti amore mio, Come vinsi la guerra, Tuo per sempre e Io… e il ciclone

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Un fisico asciutto e nervoso, una statura minuta, abiti fuori misura, uno sguardo impenetrabile che buca lo schermo di un tempo in cui il cinema non parlava, ma come se si esprimeva attraverso le fattezze del corpo e lo sfondo di luci e ombre, luoghi e soprattutto oggetti. Quel corpo comico, che rimbalzava impavido nelle scene d’azione e senza controfigure e che si modella come la cera pongo, non può che essere quello di Buster Keaton, che diviene iconografia di quel tempo, immortale visione della tragedia degli essere umani vittime della catena di montaggi, con i propri sogni spezzati, gli oggetti invece il suo rapporto con la tecnologia, il concetto di macchina in una visione attualissima e di poetica filosofia. Tra Chaplin e Fatty Arbuckle, che fu il suo maestro, Buster, ovvero “fenomeno”, soprannome che gli fu affibbiato niente meno che da Harry Houdini, è quello che ha portato alla luce la comicità più crudele nella rappresentazione dell’uomo medio. Il comico (nerd in un tempo in cui non andava ancora di moda al cinema), che per contratto non poteva ridere, neppure sorridere, costruì così intorno a se una maschera antimaschera che si concentrasse sulla fisicità dei suoi movimenti. Una comicità che si infrangeva nella magia del movimento in quel grande rapporto che è la recitazione e il cinema, ossia movimento del corpo e macchina da presa.

Mattatore silenzioso e timido, Keaton ridefinisce il valore della recitazione tutta votata al movimento e cristallizzata invece nella sua funzione facciale. Se lui rideva il pubblico non si divertiva, cosicché il suo volto diventò sempre più impenetrabile Percorso canonico per l’epoca, ovvero figlio di due artisti itineranti, era stato lanciato ancora bambino in quel mondo dove si era fatto apprezzare da subito come imitatore di suo padre. Da lì cominciò la strada verso il successo, presto distrutto dall’avvento del sonoro, ma soprattutto dalla troppa invadenza delle major, che lenirono il suo senso artistico e il suo desiderio di raccontare uomini anarchici vittime della produzione in serie di una vita preconfezionate. L’ovvio riferimento al soffocamento della sua arte è palese.

Il 23 novembre escono in un cofanetto dvd quattro delle sue opere maggiori (tre delle quali anche come regista) – Senti amore mio (conosciuto anche come L’amore attraverso i secoli), Come vinsi la guerra, Tuo per sempre e Io… e il ciclone.

Pellicole che si integrano perfettamente negli schemi del personaggio dentro e fuori lo schermo. Una simbologia psicologica che fa riferimento alla società con la quale viene a delinearsi la comicità keatoniana, che da subito sottolineano, fotogramma per fotogramma, il contrasto tra l’essere umano e la macchina che diviene oggetto amato e odiato dei suoi personaggi. La coscienza e la bellezza dei sentimenti puri dell’essere umano vengono schiacciati da una società che lo costringe ad omologarsi, attraverso il matrimonio, la guerra, la patria ed altri elementi universali del cosiddetto vivere civile.

La figura stessa del comico Keaton si esprime in tutta la sua anarchica attraverso i suoi alter ego, che non sono altro che una proiezione della sua personalità complessa e malinconica, che combatte invano.

Personaggi sconfitti e distrutti che vengono fuori in tutte e quattro le pellicole, ma soprattutto in L’amore attraverso i secoli, Tuo per sempre e Come vinsi la guerra (parodia di Intolerance), il suo capolavoro assoluto sia come regista che come interprete, dove nella struttura stessa dell’happy end si definiscono i contorni di una società castrante, bigotta che costruisce la felicità intorno ad un ideale fasullo come quello del matrimonio. In questo modo Keaton scardina la funzione consolatrice del cinema stesso, specie dell’epoca, ribaltando tutte le convenzioni, l’eroismo del soldato ad esempio in Come vinsi la guerra. Ma quel che più sconvolge, ed è come un’illuminante quanto accertata verità, sono i fotogrammi finali di Tuo per sempre, che in pochissimi secondi ritraggano la storia di un matrimonio in tutta la sua pacatezza e ordinari età. Fa venire i brividi per il suo tono crudele e lungimirante. Il cinema di Buster Keaton diviene poesia cristallizzata da contorni di umana speranza, da vite solitarie che camminano attraverso un’omologazione che non concede alcuna unità e alcuna felicità. Ma anzi si è più tristi che mai. Una società di dead men walking.

Immagine anteprima YouTube
I capolavori di Buster Keaton
Senti amore mio
Three Ages
Regia: Buster Keaton & Edward F. Kline
Interpreti: Buster Keaton, Margaret Leahy, Wallace Beery
Produzione: USA 1923
Durata: 63’

Come vinsi la guerra
The General
Regia: Buster Keaton & Clyde Bruckman
Interpreti: Buster Keaton, Marion Mack, Glen Cavender
Produzione: USA 1927
Durata: 107’

Tuo per sempre
College
Regia: James W. Horne & Buster Keaton
Interpreti: Buster Keaton, Florence Turner, Anne Cornwell
Produzione: USA 1927
Durata: 66’

Io … e il ciclone
Steamboat Bill, Jr.
Regia: Charles Resiner
Interpreti: Buster Keaton, Ernest Torrence, Marion Byron, Tom McGuire
Produzione: USA 1928
Durata: 70’

Distribuzione: DNC Entertainment, 23 novembre 2011
Caratteristiche dvd: versione restaurata in HD, edizione in lingua inglese e in lingua italiana con sottotitoli in italiano per i non udenti, schede e contenuti di approfondimento. La versione di Come vinsi la guerra è musicata dal maestro Joe Hisaishi.

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