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Medicina, un robot ci salverà : Fuori le Mura


Medicina, un robot ci salverà





14 novembre 2011 |



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Da Vinci, il robot chirurgo di F. Sportelli

In sala operatoria circondati da braccia meccaniche, niente volti umani ma solo valvole e circuiti. Non si tratta di un romanzo di Asimov ma è uno scenario già divenuto realtà e in costante espansione. Nell’era dell’elettronica e dell’intelligenza artificiale le nuove frontiere della medicina non possono fare a meno di incontrarsi con le tecnologie del terzo millennio. Se l’uomo utilizza le sue conoscenze in vista del progresso è inevitabile che queste finiscano per trovare applicazione nell’ambito più importante della vita, quello della sua stessa sopravvivenza.

La scorsa settimana è stato inaugurato a Roma il centro di Cardiochirurgia Robotica del Policlinico Universitario Campus Bio-Medico, realizzato in collaborazione con l’Ospedale San Camillo di Roma e il Lenox Hill Hospital di New York. La nuova struttura, coordinata dal professor Francesco Musumeci, aspira a diventare un punto di riferimento per l’assistenza sanitaria in Italia. Nello specifico, si tratta del secondo istituto di questo tipo presente nel paese, l’unico nell’area centro-meridionale.

Tra la strumentazione in dotazione al centro c’è l’oramai noto robot “Da Vinci”. L’apparecchio è costituito da una colonna mobile e quattro bracci con una consolle collegata via cavo alla colonna. Per aggiudicarselo il Campus Bio-Medico ha dovuto investire circa due milioni di euro, cifra che però si prevede possa essere ammortizzata dagli innumerevoli vantaggi che ne potranno scaturire (il dispositivo sarà utilizzato anche come strumento di formazione teorico-pratica per i giovani chirurghi). L’utilizzo della robotica in medicina permette, tanto per cominciare, un netto accorciamento dei tempi di recupero post-operatorio. Migliora la sicurezza degli interventi stessi: meno invasivi, più precisi, con la riduzione del trauma operatorio per l’organismo e le perdite di sangue. Calano anche i costi, abbattuti risparmiando su tutte le spese che riguardano il processo di degenza.

Il “Da Vinci” è stato adoperato da subito nel Campus per il primo intervento al cuore di un settantasettenne affetto da insufficienza valvolare mitralica. L’operazione è durata quattro ore ed è stata eseguita con successo dai dottori Musumeci e Patel. Con il ricorso al robot è stata sufficiente una piccola incisione di tre centimetri al torace, senza apertura dello sterno, per inserire nel paziente gli strumenti operatori. I chirurghi, guardando su un monitor le immagini ad alta definizione riprese dalla telecamera del “da Vinci”, hanno potuto comandare a distanza il robot per fargli eseguire le manovre necessarie.

Se sono già molte le tipologie di interventi che il robot è in grado di realizzare (dalla rimozione della prostata all’asportazione di tumori cardiaci), in prospettiva potrà intervenire anche per l’impianto di bypass aortocoronarico e negli interventi a cuore battente.

L’evoluzione della robotica non si ferma soltanto al campus Bio-Medico. Pochi giorni fa anche all’ l’IRCSS San Raffaele di Roma, istituto specializzato nella riabilitazione di disabilità neuromotorie dell’adulto e del bambino, è stato introdotto l’utilizzo di alcuni robot. Hanno fatto la loro comparsa quattro strumenti: il Mit Manus, per il recupero funzionale dell’arto superiore; l’Amadeo, per la rieducazione motoria della mano; l’Erigo, per la verticalizzazione precoce di pazienti con gravi deficit neurologici; il G-EO Systems, per il movimento dell’arto inferiore.

Le strumentazioni all’avanguardia, le innovazioni digitali e la robotica più avanzata sono i vettori del cambiamento della medicina. A piccoli passi si stanno imponendo sempre più, come già successo in passato: dai primi strumenti diagnostici fino alle ultime tecnologie automatizzate. “Forbici, bisturi e … telecomando!”



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Category: Attualità, Roma, Scienze + Tecno