Search
Saturday 20 April 2024
  • :
  • :

Il commercio equo? “Un’alternativa pratica” : Fuori le Mura


Il commercio equo? “Un’alternativa pratica”





17 maggio 2011 |



By



| Reply



More


Share

Leggi anche:

SPECIALE FLM: Giornata Mondiale del Commercio Equo e Solidale

Per la giornata mondiale del Commercio equo e solidale abbiamo intervistato Graziano Morando, consigliere in CTM (Cooperazione Terzo Mondo) per l’associazione lavoratori e socio di una delle cooperative fondatrici del Commercio equo e solidale in Italia.

Il Commercio equo e solidale in Italia si diffonde solo verso la fine degli anni ’80. Cosa ha portato a questa decisione e cosa poteva significare in quel momento nel nostro paese un percorso di questo tipo?
Prima che arrivasse in Italia il Commercio equo e solidale era già diffuso da molti anni in Europa. Alcune cooperative e associazioni avevano importato il Commercio equo ma non lavoravano in coordinamento tra loro. Le più attive erano quelle che si trovavano nei pressi di Bolzano perché molto vicine all’Austria dove il Commercio equo era già presente. I primi anni facevamo i banchetti con i prodotti nel tentativo di farci conoscere e di far conoscere le idee che stavano alla base di quel progetto. Ci siamo incontrati per discutere se era meglio agire indipendentemente oppure trovare delle forme di coordinamento solo alla fine degli anni ’80. Abbiamo optato per la seconda strada e così è nato il Ctm, Cooperazione Terzo Mondo.

Equità, giustizia, sviluppo sostenibile, trasparenza, rapporto diretto con i produttori. Quali sono state le difficoltà di portare alla visibilità questi temi in Italia?
La mission del Commercio equo e solidale in Italia non è solo quello di vendere i prodotti provenienti dal sud del mondo ma anche quello di informare chi li compra sul modo in cui vengono prodotti e sui rapporti economici che si instaurano tra chi lavora e chi vende. Con il Commercio equo ci si può opporre alle multinazionali non solo a parole ma è un’alternativa pratica che permette alle persone di scegliere cosa e come consumare. Dovrebbe diventare quotidianità. Per questo quando si vendono  prodotti del Commercio equo non si chiedono solo dei soldi per comprare qualcosa ma si chiede di cambiare stile di vita. Troppo spesso in Italia è più semplice parlare di carità verso chi ha bisogno piuttosto che di scelte consapevoli in questo senso. Di porte in faccia, soprattutto all’inizio, ne abbiamo prese ma ora con la grande diffusione che ha avuto il Commercio equo la strada è certamente più semplice.

Per anni le Botteghe del Mondo sono state gli unici posti dove poter trovare i prodotti del Commercio equo e solidale. Poi avete deciso di immettere alcuni prodotti nella grande distribuzione. Quali sono i motivi che hanno portato a questa scelta e cosa è cambiato?
Inserire alcuni prodotti del Commercio equo e solidale nella grande distribuzione è stata una scelta molto discussa all’interno dei soci delle cooperative e a distanza di tempo, era la fine degli anni ’90, se ne discute ancora. Sicuramente la grande distribuzione ci ha aiutato a crescere e a darci visibilità anche se il nostro punto di riferimento rimangono le Botteghe del Mondo. Non tutti i prodotti sono stati diffusi su larga scala ma questi permettono certamente di avvicinare molte più persone alle nostre attività. Questo è importante perché la nostra è un’attività no profit ma i produttori per vivere hanno bisogno di vendere e incrementare il mercato va a loro vantaggio.

Da qualche anno nel Commercio equo e solidale sono state inserite anche alcune cooperative italiane come Solidale Italiano, Libera, o progetti in cui lavorano carcerati. Che valore ha questa scelta?
La scelta di inserire queste cooperative nel nostro circuito è in linea con gli obbiettivi sociali che il Commercio equo e solidale si pone. Naturalmente la provenienza della maggior parte dei prodotti che vendiamo rimane del sud del mondo. Queste attività sono valide sia socialmente sia sotto il profilo della solidarietà e permettono di ampliare il carrello di prodotti che vendiamo. L’unica attenzione è quella di non immettere prodotti che potrebbero fare concorrenza a quelli che già importiamo dal sud del mondo per non indebolire quest’ultimi.

La giornata mondiale del Commercio equo e solidale è dedicata alle donne. Che spazio hanno le donne nelle vostre cooperative e nei progetti sparsi per il mondo?
La maggior parte dei lavoratori delle cooperative del sud del mondo ma anche dei soci delle cooperative e delle botteghe italiane è donna. Sono le donne che con il loro lavoro tengono in piedi tutto e che con le loro idee apportano visioni e sensibilità diverse. Nonostante questo, rispetto alla percentuale di presenza maggioritaria, sono poche le donne che ricoprono incarichi decisionali. Questo è un punto su cui bisogna interrogarsi. Soprattutto nel sud del mondo, ma in parte anche in Italia. Il motivo può essere semplicemente che le donne devono badare alla famiglia e senza il sostegno degli uomini non possono ricoprire incarichi che occupano molto tempo. Per questo abbiamo deciso di dedicare la giornata mondiale alle donne.



Tags: , , , ,

Category: Attualità