Search
Friday 19 April 2024
  • :
  • :

Sai Baba: morte di un pensatore eccentrico | Fuori le Mura





Sai Baba: morte di un pensatore eccentrico

2 maggio 2011

di Erika Di Giulio

Si è spento all’età di 85 anni il santone indiano che stregò le folle. Era malato da mesi

Sai Baba saluta e benedice i fedeli

Se davvero non sapevate più a che santo votarvi da oggi sarete tutti un po’ più tristi. Il 24 aprile muore Sai Baba, al secolo Sathya Narayana Raju, nell’ospedale di Puttaparthi, cittadina dell’Andhra Pradesh nel sud dell’India e sede del suo ashram.

Ricoverato dal 28 marzo per problemi cardiaci, la guida spirituale va incontro al proprio destino un pò in anticipo rispetto alle sue stesse previsioni, che lo davano per spacciato solo nel 2019.

Pensatore modernissimo e leader dal fascino televisivo, conquista l’Occidente negli anni sessanta a suon di miracoli e di insegnamenti divini. La sua parola è fondata sul carattere sacro dell’uomo, esortato a garantire e a rivalutare per tutta l’esistenza la propria natura con impegno e costanza. L’universalità del messaggio si discosta progressivamente dal sostrato induista da cui prende le mosse per abbracciare una vasta pluralità di fedeli. A Sai Baba, maestro di verità, non interessa coniare una nuova religione, non vuole essere a capo di una setta (anche se nei fatti lo diverrà). Il centro dei suoi pensieri è proprio l’unità di tutte le dottrine e delle discipline spirituali nelle loro peculiarità. Ciascuno dovrà adorare la divinità nei mezzi e nelle forme proprie dei relativi precetti. Insomma tutte le strade, se esplorate con amore e sincerità, portano al Dio unico e solo.

Un monoteismo cosmopolita e multicolore fautore dell’integrazione tra i popoli, che mette d’accordo tutti nel cammino di ricerca spirituale e che esalta, nell’onnipresenza di Dio, il pensiero dell’unica razza (quella dell’umanità), dell’unica religione (quella dell’amore), dell’unico linguaggio (quello del cuore). Sai Baba, figlio della povertà e dio vivente, è il sovrannaturale. Reincarnatosi a 14 anni nella persona di un asceta indù (Sai Baba di Shirdi, morto nel 1918) la figura del Sathya, così chiamato nel significato essenziale di verità assoluta, sembra essere circondata sin dall’infanzia da un’aura di leggenda legata all’extra-ordinarietà dei fenomeni. Prima ancora di guarire i malati, comparire nei sogni e sfornare lingam dorati dalla bocca, alla tenera età di sette anni il fervore mistico lo anima e lo pervade nella composizione di canti religiosi e solo due anni dopo sopraggiunge la meraviglia nel vederlo materializzare dolciumi, frutti e anelli tra lo stupore dei suoi coetanei. Un bel campionario di miracoli a cui si aggiungeranno più tardi levitazioni, apparizioni a distanza ed epifanie della sacra cenere vibhuti, sebbene non esistano prove dell’esistenza e della veridicità di questi fenomeni e Sai Baba abbia sempre rifiutato di sottoporsi a test scientifici.

Adorazione durante le esequie

Una personalità magnetica e determinata, al limite del politico, che induce nei seguaci un forte rispetto nell’evidente impatto emotivo. Sai Baba è promotore di iniziative dal contenuto sociale e umanitario. Trascina vip. Mago e imbroglione. Oggi santo, domani demone. Nel nome dell’amore, della verità, della pace, della rettitudine e della non-violenza (i cinque valori che definiscono l’essere umano, perseguiti e riscoperti), un fiume di persone ha affollato i pressi dell’ospedale ed è confluito nella cittadina natale.

Dieci milioni di fedeli nel mondo piangono la morte di un benefattore curioso e parruccato, oratore dalla veste casareccia e stonata che aveva stregato star e politici di primo piano. Ad oggi guida spirituale di riferimento del premier indiano Manmohan Singh, Sai Baba aveva sedotto nel tempo diverse celebrità: dal beatle George Harrison che si recò più volte all’ashram, spesso in compagnia del collega e maestro woodstockiano di sitar Ravi Shankar, al campione di cricket Sachin Tendulkar. Da Indira e Rajiv Gandhi a Steven Seagal, passando per Antonio Craxi (fratello di Bettino), Sarah Ferguson e Neil Armstrong, primo uomo sulla luna. Voci mai confermate annoverano tra gli adepti perfino Michael Jackson. Dopo il funerale Sai Baba è stato sepolto nel suo ashram. Come tutti i leader spirituali può così risparmiarsi la cremazione, poichè è già degno di transitare nell’aldilà senza l’ausilio del fuoco purificatore. Guru incontrastato di un movimento trasversale, ma anche personaggio bizzarro e controverso, ha glissato per tutta una vita sulle accuse di pedofilia ed ha costruito alle sue spalle un tesoro di nove miliardi di dollari, chè si sa i fedeli per rinfrescare la loro devozione hanno elargito nel frattempo beni in denaro, pietre preziose e immobili in suo favore. E adesso è corsa all’eredità.

Per chi ancora non lo sapesse poi, insieme a lui se ne è andato già da un pò anche il Jaya Sai Ma, storico tempietto per vegetariani nel cuore del rione Trastevere, gestito da una piccola comunità di seguaci. Una chicca per tutti gli appassionati di buona forchetta interamente dedicato al nostro caro estinto, inclusa una gigantografia che troneggiava ieratica alle pareti.

 

 

Share


Lascia un Commento

L’indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*


*