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L’ultima notte | Fuori le Mura





L’ultima notte

11 aprile 2011

di Giuseppina Genovese


 

La vita non può essere solo questa, racchiusa fra quattro mura, bisogna aprire le ali e spiccare il volo, ci rimane solo questa notte per riuscirci, l’ultima. L’associazione culturale Nuovo Rinascimento presenta L’ultima notte – Istituto Femminile – pièce  di un atto unico scritta e diretta da Alessandro Prete, in scena al teatro Cometa Off fino al 17 aprile.

Cinque ragazze cresciute in un orfanotrofio hanno fatto di questo posto la loro casa e di se stesse una famiglia, ma ormai grandi devono lasciare questo istituto. Rimane loro solo una notte per  cercare di costruirsi un futuro.
La storia inizia con  quattro di queste intente a prepararsi le valigie. Sono nel loro rifugio: una piccola e semplice stanzetta composta da cinque lettini e uno stereo, unico lusso concesso. La musica avrà una funzione molto importante nel corso dell’opera, unisce ancora di più le ragazze  e le aiuta a  evadere e scacciar via  i momenti tristi.

Lo spettatore  si trova subito davanti  quattro personalità profondamente diverse. Manuela (Alessia Cacciotti), dolce e riservata, scrive poesie; è “la mamma”, del gruppo  con i suoi ricordi difficili da comunicare. Rita (Laura Lalli Menegotto), la “santa”, vuole  diventare suora, legge sempre la Bibbia e sta attenta che il gruppo non prenda una strada sbagliata. Simona (Federica Santoro) la “coatta” del gruppo: esuberante, strafottente, un carattere che nasconde solo una voglia di riscatto. È anche una grande sognatrice: vuole diventare il magistrato più bravo e ricco del mondo e trovare un uomo che non avrà occhi che per lei. E infine Laura (Laura Garofoli), alta, robusta, sempre pronta a sacrificarsi per le compagne.

Le amiche parlano dei giorni trascorsi insieme, delle loro disavventure, dei loro sogni, ballano sulle note delle Spice Girls e di Lady Gaga. Ridono, scherzano, si prendono in giro, finché non appare sulla scena Elena (Domenica Di Sanzo). Tremante, spettinata, trucco colato, vestita di nero, la sua comparsa riporta le altre alla realtà, al presente. Improvvisamente riaffiorano le paure, le incertezze e le perplessità verso un futuro tutto da scrivere, ma, soprattutto si trovano a combattere contro un problema più grande di loro: quello che attanaglia Elena. Elena è una ragazza molto sensibile, debole, con un gravissimo problema di droga: rimedia i soldi per l’eroina facendo la prostituta. Realtà dalla quale ogni tanto scappa per tornare a casa ad abbracciare le sue amiche, la sua unica famiglia.

Il tempo passa e le ragazze sono destinate a separarsi e intraprendere ciascuna la propria strada. Prima di fare il grande passo, devono però aiutare Elena. Il rimedio sembra non trovarsi, finché Laura non propone un  gioco: una rapina in banca. Elena pensa che sia l’unico modo per rimanere con le sue amiche, forse solo con voi un giorno potrei veramente smettere di drogarmi.

L’unica a non partecipare al gioco è Simona, insofferente nei confronti di Elena. La offende, la tratta male, ma è solo finzione. Manuela scuote Simona inducendola a tirare fuori tutto il dolore che ha dentro: io e Elena giocavamo sempre insieme, poi però un giorno l’ho persa e non l’ho più ritrovata. Le due si riappacificano. Manuela ha sempre un’agendina in mano, scrive una poesia su un pescatore alle prese con un nubifragio che non gli permette di tornare  a casa dai suoi figli. È indecisa sul finale. Le ragazze intuiscono che anche lei nasconde un segreto: io una famiglia ce l’avevo, avevo un padre e una madre, ho visto morire i miei genitori in un incidente stradale. Sono stata sbattuta qua dentro come un pacco postale e ogni mattina immagino mio padre che mi sveglia per andare a scuola. Invece non ci sarà mai nessuno che verrà  a svegliarmi. E proprio domani, quando usciremo da qui, sarà l’anniversario della loro morte. Un momento  di alto pathos emotivo, un’interpretazione drammatica dell’attrice che si è riscattata dopo un inizio un po’ sottotono.

Le ragazze le si stringono intorno in un abbraccio che racchiude tutta la loro sofferenza. Quando le amiche vanno a dormire, Elena interroga Manuela sul probabile finale della poesia. Il pescatore si salva e torna dai suoi bambini: Almeno lui ce l’ha fatta. Queste saranno le ultime parole di Elena. La ragazza cade a terra morente. Le altre corrono a chiamare i soccorsi, Manuela rimane lì ad abbracciarla, per l’ultima volta. Per l’ultima notte. Forse anche Elena ce l’ha fatta. Ha trovato la sua  libertà che nell’istituto non aveva mai conosciuto.

Tra gag, scherzi e momenti drammatici – che diventano ancora più cupi in quei due brevi momenti in cui appare la responsabile dell’istituto (Patrizia de Luca) – la pièce approfondisce tematiche di grande impatto quali la droga, l’infanzia violata e il malessere esistenziale. Lo spettatore è trascinato in un vortice di emozioni continue e partecipa di volta in volta alle sofferenze e alle gioie delle cinque protagoniste  in uno stato di tensione continua. Le attrici alternano interpretazioni intense ad altre più leggere riuscendo a essere sempre convincenti. La solida impalcatura drammaturgica è rafforzata da una musica incisiva che segue gli stati d’animo delle protagoniste e regala momenti di vera empatia con il pubblico. Le lacrime delle attrici si confondono con quelle degli spettatori in un abbraccio collettivo.

L’Ultima Notte – Istituto Femminile –
scritto e diretto da Alessandro Prete (foto)
con: Alessia Cacciotti, Domenica Di Sanzo, Laura Garofoli, Laura Lalli Menegotto, Federica Santoro e Patrizia De Luca.
In scena dal 5 al 17 Aprile al Teatro Cometa Off, dal martedì al sabato alle 21 e domenica alle 18.
Via Luca Della Robbia 47, zona Testaccio, Roma

 

 

 

 

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