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La Corte Costituzionale dichiara illegittime le ordinanze restrittive introdotte da Alemanno | Fuori le Mura





La Corte Costituzionale dichiara illegittime le ordinanze restrittive introdotte da Alemanno

11 aprile 2011

di Paolo Sabatini


Il sindaco di Roma Gianni Alemanno

La legge n. 125 del 2008, meglio nota come Pacchetto sicurezza, approvata dal governo Berlusconi quasi tre anni fa, è stata ritenuta parzialmente incostituzionale dalla Consulta.
La sentenza, emessa lo scorso giovedì dal giudice Gaetano Silvestri, ha in particolare ritenuto non conforme alla Costituzione la parte della norma relativa al conferimento dei poteri attribuibili ai sindaci a tempo indeterminato e al di fuori dei casi di urgenza. Tale parte del provvedimento violerebbe gli articoli 3, 23 e 97 del complesso normativo fondamentale e fondativo dello Stato italiano, introducendo forme di squilibrio amministrativo tra i vari comuni nazionali.
Secondo la Corte Costituzionale infatti, consegnando ai primi cittadini la facoltà di adottare ed introdurre provvedimenti validi, in via esclusiva, a livello locale verrebbero a crearsi degli squilibri circa la libertà dei singoli individui in ambito nazionale, con il rischio concreto di ledere il principio di eguaglianza degli stessi di fronte alla legge, poiché alcuni comportamenti potrebbero risultare conformi ed ammessi in alcuni territori del Paese, ma non in altri, dando vita in tal modo a molteplici realtà amministrative su tutta la penisola.

Tradotta in termini spiccioli, la Consulta ha al momento congelato qualsivoglia ordinanza emessa dai sindaci italiani in materia di sicurezza, perché limitatrice di alcuni principi fondamentali a tutela del popolo.

Una sentenza che però entra a gamba tesa contro i diversi provvedimenti sulla sicurezza, emanati dal sindaco di Roma Alemanno nella sua permanenza al Campidoglio, quali quelli antiambulanti, per la lotta ai commercianti privi di licenza, antiaccattonaggio, al fine di “snellire” i marciapiedi capitolini dagli importuni degli elemosinanti, antilucciole, nato con l’intento di migliorare il decoro pubblico delle strade romane e infine, l’ultimo in ordine di tempo introdotto appena una settimana fa, il provvedimento antialcol, in base al quale viene posto il divieto di consumo di bevande alcoliche, nelle pubbliche aree, dopo le 23.
Provvedimenti sui quali Alemanno ha costruito uno dei punti chiave del proprio programma politico e che rischia invece di essere vanificato in un battito di ciglia da una sentenza della Consulta e dall’ultima norma anticostituzionale, realizzata da un Parlamento spesso in difficoltà nel far combaciare esigenze nazionali con alcuni incontestabili principi costituzionali.

Come sostenuto infatti dal Codacons, associazione a tutela dei diritti dei consumatori, le tante multe realizzate dalle forza di pubblica sicurezza sul territorio capitolino, in particolare nel centro storico della città in relazione al provvedimento antialcol, potrebbero essere annullate, mediante ricorso, nei prossimi giorni, date le incostituzionalità delle delibere.

Se ciò accadesse per Alemanno sarebbe un vero smacco, aggravato dalla ripresa dei brindisi, a suon di superalcolici, che per il centro storico di Roma festeggerebbero l’invalidità dell’ordinanza. Un brindisi a cui il primo cittadino non vorrà partecipare, confidando nell’apporto del Parlamento che, Costituzione permettendo, ha promesso a breve la modifica della legge.

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