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Poetry. L’ultima sfida di Lee Chang-dong | Fuori le Mura





Poetry. L’ultima sfida di Lee Chang-dong

4 aprile 2011

di Tania Marrazzo


Vincitore del Premio per la miglior sceneggiatura all’ultimo Festival di Cannes e all’Asian Film Award (gli Oscar orientali), dove ha conquistato anche quello per la Miglior regia, la Tucker film porta in Italia Poetry quinta pellicola del poliedrico scrittore, teatrante, insegnate e regista coreano Lee Chang-dong, nel 2003 anche Ministro della Cultura e del Turismo. Distribuito in 30 copie e ispirato da alcuni fatti di cronaca avvenuti in Corea del Sud, Poetry è, come si evince dallo stesso titolo e per ammissione dello stesso Chang-dong, un film di poesia e sulla poesia: “Viviamo in un’epoca in cui la poesia sta morendo. Alcuni ne sono dispiaciuti, altri dicono: crepi pure la poesia! Fatto sta che c’è ancora gente che scrive poesie e gente che le legge. Cosa significa scrivere una poesia in questi tempi in cui la poesia è in declino? È questa la domanda che volevo porre agli spettatori, e da qui, una domanda che faccio a me stesso: cosa significa fare un film in questi tempi in cui il cinema è minacciato?”

In un’intervista fatta al regista Claude Mouchard afferma che in Poetry non si racconta una storia, “c’è piuttosto un presente che si irradia all’infinito” in quanto la vicenda di Mija avviene a livello mentale anziché fisico e i fatti costituiscono solo una cornice che inquadra un ben più grande mutamento interiore. Mija è una signora eccentrica e curiosa di 66 anni che vive con lo scostante e introverso nipote Wook in un piccolo paese di provincia. Lavora come badante per un vecchio e ricco signore affetto da handicap e a volte frequenta un corso di poesia che ha come obiettivo finale la stesura di un componimento. La scoperta del cadavere di una ragazzina e quella di una terribile verità riguardante il nipote le sconvolgeranno l’esistenza, così la ricerca dell’ispirazione e della bellezza delle cose diverrà per la donna un modo per nascondere e rimuovere una realtà che fa troppa fatica ad accettare.

Poetry è una sfida, un film lentamente dilatato in più di due ore, in alcuni momenti talmente introspettivo da perdersi e risultare criptico. Mija scopre in tarda età la valenza salvifica dell’arte poetica, impara a guardare con occhi diversi permettendo al suo sguardo di arrivare a percepire infiniti mondi, a volte fastidiosamente stucchevoli, nel rosso di un fiore, nella dolcezza di una susina o nel cinguettio degli uccelli. Più la donna impara a comporre, più indaga a fondo il suo animo, più, aiutata probabilmente dal nascente Alzheimer, mette in atto una sospensione del reale necessaria per permetterle di sopportare il peso di qualcosa che altrimenti l’avrebbe inesorabilmente schiacciata. Ma la poesia diventa anche mezzo di accettazione, di rassegnazione ad una serie di eventi e, contemporaneamente, elemento di apertura attraverso il quale incanalare messaggi così potenti da essere uditi perfino nell’aldilà. La grazia con la quale Chang-dong riesce a rappresentare l’angoscioso universo di Mija è indubbia e si avverte fin dalle prime acquatiche inquadrature, dai lunghi silenzi, dagli istanti passati ad osservare nei quali la donna si perde in un’assenza meditativa, resa più o meno bene, in cui accadono molte cose, cose che non possono e non vogliono essere totalmente comprese dallo spettatore. Il regista fa una scelta precisa, quella di non rivelare tutto, compreso il finale, dissemina una serie di indizi e lascia a chi guarda il compito di completare i vuoti della storia, sempre se se ne senta il bisogno perché alla fine conoscerne i dettagli e la conclusione importa relativamente. Come già detto Poetry non è un racconto ma una poesia, unico luogo in cui si può realizzare l’incontro di due anime sofferenti, quelle di una nonna e di una ragazzina, che hanno in comune un tormento disvelato in un finale ambiguo quanto liberatorio.

Leggi l’articolo di Paolo Fragomeni sulla presentazione romana del film con il regista

Poetry
Shi
Regia sceneggiatura: Lee Chang-dong
Cast: Yoon Jeong-hee, Lee David, Kim Hira, Ahn Nae-sang
Paese: Corea del Sud 2010
Durata: 139ʹ
Produzione: Pine House Film
Distribuzione: Tucker Film
Data di uscita: 1 aprile 2011
Sito italiano

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