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Il rito: i fiori del male di Hafstrom | Fuori le Mura





Il rito: i fiori del male di Hafstrom

14 marzo 2011

di Susanna D’Aliesio


Sull’onda della ormai prossima beatificazione vaticana, Il Rito si colloca tra quei riferimenti puramente casuali tuonando in apertura con una frase del fu Papa Giovanni Paolo II: “La lotta contro il Diavolo, compito principale di San Michele Arcangelo, è ancora combattuta tutt’oggi, perché il Diavolo è sempre presente e attivo nel mondo.”

Una scelta particolare quantomeno. E che sia una strizzatina d’occhio al fatto che Giovanni Paolo II è stato inserito tra le 10 persone del XX secolo più ammirate del mondo secondo la classifica Citizen stilata dalla società Gallup? Secondo un articolo del New York Post del 19 febbraio 2002, Giovanni Paolo II ha personalmente eseguito tre esorcismi durante il suo papato. Il primo esorcismo fu fatto nel 1982 su una donna che si contorceva a terra. Il secondo fu nel 2000, quando eseguì il rito su una diciannovenne che dette in escandescenze in Piazza San Pietro. Un anno dopo, nel settembre 2001, esorcizzò una donna ventiduenne. Woityla era uomo che si preoccupava dei diritti dell’embrione più di quelli delle donne, che si preoccupava delle vittime del comunismo più di quelle del nazismo, equiparava l’omicidio all’eutanasia e all’aborto, definiva l’omosessualità un peccato e i preservativi un abominio, un uomo che pensava a come rendere più ricca la chiesa invece che occuparsi delle vittime del capitalismo. Se accettiamo tutte queste contraddizioni saremo sicuramente disposti ad accettare l’esorcismo, il messaggio doveva per forza essere questo.

Il rito è la storia del taciturno quanto represso Michael Kovak (Colin O’ Donoghue), già instradato dal padre alla vita trascendentale e alla cura dei corpi defunti molto più che rispettosa quanto ossessiva e macabra. Michael sceglie di allontanarsi da casa per seguire la vocazione, quella della fuga dalle tristi e oppressive pareti domestiche piuttosto che della fede. Ormai seminarista molto poco convinto, sull’orlo di una crisi spirituale e di nervi, è consigliato dal suo superiore di seguire a Roma un corso di esorcismo. Michael già titubante per il ruolo che avrebbe dovuto assumere all’interno della Chiesa a contatto con l’intangibile si aggrappa con forza alle sue convinzioni razionali.

Hafstrom ricerca un linguaggio magniloquente e dipinge una Chiesa grondante di sacro e conservatorismo, accogliente, ancestrale, imponente e tronfia di spirito progressistico, figlia di una modernità di cui non disdegna gli agi. Tutto questo progressismo si fa da parte solo per alcuni casi: l’omosessualità, eutanasia, la pillola abortiva, i preservativi e l’esorcismo. L’esorcismo è la rappresentazione dell’eterna delle due antitesi dell’esistenza: il male, che furbescamente insinua viscido e mellifluo la purezza, attentando al candore umano. Un male talmente profondo che non offre la possibilità di ricorrere alla banale psicologia, un male che da un’unica soluzione: la possessione ad opera di Satana.

Il regista mette in campo l’ancestrale e sguazza nell’atavica fascinazione che la lotta del bene contro il male ha da sempre suscitato nell’umano. Gioca con lo spettatore e i suoi dubbi e si crogiola nelle doti straordinarie di Anthony Hopkins che si stacca agevolmente dal personaggio malvagio de Il Silenzio degli Innocenti per incarnare il tormento, la paura, il disagio, la perdita di controllo. Colin O’ Donoghue, al suo esordio, è straordinariamente credibile, facilitato doppiamente dal ruolo di novizio è diretto con sapienza ed è sicuramente al suo trampolino di lancio.

Il film omaggia, ovviamente, L’Esorcista e insinua il dubbio dell’esistenza di un male originario i cui fiori sono in ognuno di noi. Baudelaire, parimenti, parlava di un male all’origine di tutti i mali, il male più immondo, laido, cattivo, che con un solo sbadiglio avrebbe potuto ingoiare il mondo: la noia e questo film ce ne fa avere una precisa idea. Chapeau!

Il rito
The Rite
Regia: Mikael Hafstrom
Sceneggiatura: Michael Petroni
Cast: Anthony Hopkins, Colin O’Donoghue, Alice Braga, Ciaran Hinds, Toby Jones, Rutger Hauer, Maria Grazia Cucinotta.
Produzione: Usa, 2011
Durata: 112′
Distribuzione: Warner Bros Pictures Italia, 11 marzo 2011

Sito ufficiale

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