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Come ti rispolvero l’Istituto Luce | Fuori le Mura





Come ti rispolvero l’Istituto Luce

7 febbraio 2011

di Susanna D’Aliesio


Oggi usciamo dal postribolo del bunga bunga e diamo uno sguardo a quello che sotto i riflettori non si vede. Il Presidente della Regione Lazio, Renata Polverini, colpisce ancora e taglia come suo consueto. Taglia sugli sprechi, a suo dire, tolte le mani dalla Sanità si dedica al Cinema con altrettanta solerzia cercando di mettere ordine tra le confusioni e gli sprechi di questo settore. Certo sarà solo un caso se tra la foga per evitare che la spesa pubblica sia dissipata e la smania di difendere il portafoglio del cittadino (che, campagna elettorale docet, non si tocca) l’Ente che ne verrà fuori assomiglierà di gran lunga al mussoliniano Istituto Luce su scala regionale.

Il 1° febbraio 2011 viene presentata alla Casa del Cinema la legge quadro regionale sul cinema e l’audiovisivo. Obiettivo sulla carta? Razionalizzare ed eliminare gli sprechi sopprimendo la frammentazione degli interventi, la dispersione delle risorse e il policentrismo di associazioni e fondazioni varie, mirando a favorire lo sviluppo socio economico e aumentando la competitività. La parola d’ordine è “Più cinema, meno sprechi”. Parole sante, peccato che in realtà tutti gli organi finora esistenti per sostenere e sovvenzionare i prodotti cinematografici verranno soppressi o fagocitati da un unico ente autorizzato: l’Ente Regionale per il Cinema e l’Audiovisivo.

IL COMUNICATO STAMPA DELL REGIONE LAZIO. “L’Ente opererà attraverso un fondamentale strumento, il Programma operativo annuale che, in armonia con i documenti di programmazione economico finanziaria regionali, definirà gli obiettivi da perseguire, le priorità dei tempi, i livelli e i beneficiari degli interventi, nonché le risorse e le relative modalità di riparto. In particolare, il programma operativo prevederà la concessione di sovvenzioni, contributi, agevolazioni, sussidi e benefici economici delle imprese di produzione cinematografica e audiovisiva aventi sede legale nel Lazio, nonché ai soggetti di natura privatistica che promuovono la cultura cinematografica e audiovisiva, che sostengono le prime opere e seconde per la scoperta di nuovi talenti, di giovani produttori e di produttori indipendenti, residenti nel Lazio che sviluppino sul territorio nazionale produzioni cinematografiche ed audiovisive nazionali e internazionali.”

ANTONIONI O I CINEPANETTONI? Con la solita scusa dei tagli agli sprechi, e l’attuale momento di crisi rende ancor più agevole fare breccia in eventuali remore, si sopprime con nonchalance l’esistenza di un pluralismo che mina fortemente le basi di questo sistema democratico. L’Ente in questione, il cui CdA sarà formato non da professionisti del settore, come sarebbe auspicabile, ma da politici, deciderà quali progetti sovvenzionare e chi potrà aver accesso ai fondi. Quali film si favoriranno quindi? I cinepanettoni o i film di Antonioni? La decisione sarà a discrezione del CdA.

E LUCE FU! Mussolini diceva che la cinematografia era l’arma più forte quando istituì il Luce, obiettivo ultimo dell’Istituto era la “diffusione della cultura popolare e della istruzione generale per mezzo delle visioni cinematografiche, messe in commercio alle minime condizioni di vendita possibile, e distribuite a scopo di beneficenza e propaganda nazionale e patriottica”. Il Lazio fattura il 70% del prodotto cinematografico nazionale, milioni di euro in mano ad un solo ente politicizzato. 600 milioni di euro, per la precisione, a quanto scritto sul sito di Renata Polverini.

INDOVINA CHI? Promotore di questa geniale proposta è l’assessore alla Cultura, Arte e Sport Fabiana Santini. Fabiana Santini? L’ex segretaria del Ministro Scajola finita, chissà come mai, anche lei sul libro paga di Diego Anemone. Il fantomatico filantropo sconosciuto a Scajola, non sappiamo se ancora ad oggi abbia una benchè vaga idea di chi gli abbia regalato un appartamento vista Colosseo. Di certo da bambino non avrà mai vinto una partita di Cluedo. Anemone è una delle teste dell’idra venuta fuori dal vaso di Pandora scoperchiato dagli appalti truccati de L’Aquila. La cricca comincia ad operare sotto l’amministrazione Rutelli durante il Giubileo del 2000, il fiume di denaro a cui hanno accesso è un motivo sufficiente per continuare. Nel 2001, appena Berlusconi si insedia al Governo, svincola la Protezione civile da ogni legge conferendogli il potere di deroga e la possibilità di disporre di fondi illimitati per ogni evento definito “grande”. Serve un uomo di massima fiducia: Guido Bertolaso. E’ solo l’inizio. Seguono i mondiali di nuoto, il polo natatorio di Torvergata, i viaggi fuoriporta del Papa, la Maddalena, il 150 anniversario dell’Unità d’Italia.

LA RETE E’ COMPLETA. Governo, Protezione civile e imprenditori sceltisi rimpallanofavori con l’unico scopo di accumulare denaro. Ma non senza un prezzo. Si arricchiscono con i nostri soldi, sulle nostre vite, siamo come mosche, non abbiamo valore in questo perverso Monopoli se non per riempire una scheda elettorale. In questo quadro manca un ruolo finora non ricoperto. Il ragno. Le organizzazioni mafiose. Procacciatrici di voti. Per loro questi sono dipendentucoli da quattro soldi. Nient’altro che pedine, sostituibili, ricattabili, se sono lì è perchè loro lo hanno voluto.

Ma forse i discorsi dei comunisti sono contagiosi, la mafia non esiste, Fabiana Santini sarà finita in quella lista per sbaglio e la legge che ha presentato ha il solo scopo della tutela dei cittadini e persegue il bene pubblico. Lo dimostra l’appoggio del Presidente Polverini che faceva della tutela del portafoglio del cittadino un must della sua campagna elettorale. Durante la campagna elettorale promise infatti di abbattere le tasse e di rivoluzionare la Sanità laziale non tagliando ospedali nè posti. Facciamo qualche passo indietro.

ISTRUZIONI PER L’USO. Renata Polverini è una sindacalista abbastanza ammanicata quando decide di candidarsi alla presidenza della Regione Lazio con il PdL. La Polverini venne appoggiata anche dall’Udc, da La Destra e da una lista civica. La strada per la vittoria sembra spianata ma succede un imprevisto: le liste del PdL vengono invalidate per la sola Provincia di Roma così i pidiellini invitano gli elettori a convogliare i voti nella lista civica della Polverini. La Bonino è una valida avversaria e l’esito del testa a testa non è scontato. Inaspettatamennte la Polverini trionfa e viene eletta il 29 marzo 2010 Presidente della Regione Lazio.

Nei primi sei mesi di mandato l’attività di governo è quasi ferma, ci sono cose più importanti da fare come nominare gli assessori trovando il modo di far rientrare dalla finestra i sostenitori del PdL. Tra i suoi collaboratori esterni spunta un losco figuro come Adriano Tilgher, noto alle cronache per aver tentato di ripristinare il partito fascista e Teodoro Buontempo, detto Er Pecora, membro della Giunta e militante della vecchia guardia di estrema destra.

I CITTADINI LE SONO A CUORE. E per dimostrarlo a chi non fosse chiaro chiude non 1 ma 24 ospedali. 2865 posti letto in meno. Nel frattempo inaugura un ospedale a Frosinone e finanzia il Campus Biomedico di Trigoria, di proprietà dell’Opus Dei. Elargisce milioni di euro di fondi pubblici al Policlinico Universitario, di Luigi Frati, preside della Facoltà di Medicina de La Sapienza. “Frati dal 1990 muove i fili dei concorsi e decide i destini dei primari che governano l’attività ospedaliera del nosocomio più disastrato d’Italia. Immune a indagini e polemiche a ogni elezione viene riconfermato con un Plebiscito dai suoi colleghi. Al policlinico non si muove foglia senza che frati voglia.” (Espresso, 2007). Last but not least dona ancora altri milioni di euro, ovviamente di pubblica provenienza, destinati al Policlinico Casilino di proprietà di Giuseppe Ciarrapico.

Poco prima che scoppiasse lo scandalo Marrazzo l’amministrazione aveva prodotto una legge quadro sull’audiovisivo. Ora, che fine ha fatto quella legge quadro? In cosa differiva da quest’ultima?

Il mondo del cinema, ormai alla canna del gas, si chiude in un totale silenzio assenso, accontentandosi di queste condizioni pur di ricevere degli spiccioli. Gli esponenti del mondo dello spettacolo giunti in conferenza stampa per seguire l’evento rimangono in silenzio persino quando la Presidente Polverini si rivolge a loro dicendo “Non credo che voi mangiate veramente i bambini ma dovete ammettere che qualcosa di giusto la facciamo anche noi”.

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