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Thursday 25 April 2024
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Acqua all’arsenico, il Lazio rischia | Fuori le Mura


acqua potabileL’acqua potabile è fuorilegge in 128 Comuni italiani, a causa della concentrazione in quantità eccessiva di sostanze potenzialmente nocive per la salute quali arsenico, fluoruro e boro.
Tra le regione coinvolte, sei in tutto, il Lazio è quella più a rischio, con ben 91 Comuni, cioè il 71 % del totale, al di sopra della norma.
Le aree maggiormente esposte al pericolo sono quelle di origine vulcanica, come ad esempio la zona del Viterbese per il territorio laziale, mentre città come Roma non dovranno fronteggiare alcuno stato di emergenza.
In totale saranno circa un milione le persone che subiranno disagi su tutta la penisola e di queste circa centomila potrebbero vedersi interrotto il servizio idrico domestico, almeno sino a quando non verranno effettuati degli interventi per riportare i valori in eccesso sotto i limiti consentiti.

La problematica della concentrazione massima di arsenico ammessa nell’acqua potabile non è nuova. I Comuni con i parametri al di sopra di quelli previsti avevano già fatto richiesta due volte in passato di deroghe per poter continuare a rifornire ugualmente le abitazioni locali. Deroghe che furono concesse in ambo i casi dal Ministero della Salute italiano.
La terza richiesta però sarebbe dovuta passare necessariamente per la decisione presa dalla Commissione Europea, la quale attenendosi alla direttiva 98/83 CE, secondo cui la quantità di arsenico presente in un litro d’acqua non può superare i 10 microgrammi, ha respinto le domande di proroga avanzate dagli enti comunali nazionali, invitandoli a mettersi in regola entro il 2012, pena una procedura di infrazione nei confronti dell’Italia per la mancata applicazione della normativa vigente.
La Commissione Europea ha maturato questa posizione tenendo in forte considerazione il parere del comitato scientifico continentale, lo Scher (Scientific Committee on Health and Environmental Risks), che ha sottolineato come l’assunzione in quantità eccessiva di arsenico sia in grado di provocare problemi fisici ai bambini al di sotto dei tre anni e, nel lungo periodo, tumori della pelle e di organi interni agli adulti.

Serviranno quindi duecento milioni di euro circa per risolvere il problema su tutta la penisola e il Presidente della Regione Lazio, Renata Polverini, ha provveduto a stanziare 10 milioni di euro per l’installazione di dearsenificatori nell’area di Viterbo e provincia.
Nonostante l’immediata risposta delle amministrazioni all’aut aut della Commissione Europea, non sono mancate le accuse agli enti istituzionali da parte di Legambiente e Codacons.
Gli ambientalisti hanno realizzato un dossier, intitolato Acque potabili, il pasticcio delle deroghe, per denunciare il ritardo con cui gli organi locali si sono messi in moto, attendendo un ammonimento che si sarebbe potuto evitare con “interventi di banale potabilizzazione”.
L’associazione a tutela dei diritti dei consumatori invece ha annunciato una formale diffida ai 128 Comuni non in regola, richiedendo agli stessi la sospensione del canone relativo alla fornitura di acqua potabile per i residenti di tali zone.

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