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Thursday 25 April 2024
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Mandato d’arresto per Assange, il fondatore di Wikileaks | Fuori le Mura


julian assange

Julian Assange rischia il carcere. Il Tribunale di Stoccolma infatti, accogliendo la richiesta della Procura locale, ha emesso contro di lui un mandato d’arresto internazionale.
A suo carico pendono le accuse di stupro, molestie sessuali e coercizione illegale mossegli da due donne con le quali ha avuto rapporti sessuali nel corso di un seminario svoltosi ad agosto nella capitale svedese.
La vicenda, iniziata alla fine di quest’estate, sembrava essere giunta alla conclusione quando un mandato di cattura era stato esposto e poi immediatamente ritirato dal pubblico ministero per insufficienza di prove. Adesso però si sono aggiunti nuovi elementi, come ha tenuto a precisare il responsabile dell’indagine Marianne Ny, e l’inchiesta è ripartita.
La mente progenitrice di Wikileaks sarà chiamata a deporre per far chiarezza sulla questione e sino a quando non si presenterà all’interrogatorio sarà a tutti gli effetti un latitante.

Assange non ha tardato a far pervenire la sua versione dei fatti avvalendosi dell’ausilio di mezzi di comunicazione multimediali e social network come Twitter, confermando di conoscere le ragazze e di avere avuto rapporti con loro, ma in via consensuale.
Il suo consigliere poi, Mark Stephens, ha confermato l’intenzione di Assange di difendere il proprio nome nelle sedi opportune, pur intravedendo in questa indagine una manovra sporca tesa a screditare e a perseguitare l’immagine del collega.
Secondo Sthepens infatti, il fondatore di Wikileaks si sarebbe fatto molti nemici con le sue inchieste shock sui conflitti in Iraq e in Afghanistan.
Il riferimento è diretto agli oltre 400.000 documenti a carattere governativo che, seppur riservati, l’organizzazione informativa internazionale creata da Assange ha pubblicato on-line e fatto conoscere al mondo. Documenti nei quali si denuncia il fallimento delle operazioni militari statunitensi in Medio Oriente, l’abuso di violenza attuato dalle truppe americane sulle popolazioni locali e la corruzione dei servizi segreti pakistani.
Notizie che lo stesso Pentagono, il Dipartimento della Difesa U.S.A., avrebbe preferito tenere nascoste perché capaci di mettere in pericolo l’operato delle milizie impegnate sul campo di battaglia e in quanto deleterie per l’immagine degli Stati Uniti.
Da questo assunto è nata l’ipotesi di un’inchiesta ad hoc, voluta dalle stesse autorità governative per indebolire l’immagine di un giornalista divenuto ingombrante e che per il suo operato concorre all’ambito premio di uomo dell’anno, riconoscimento rilasciato dalla rivista Time.
Ma al momento il complotto anti Assange non ha convito il Tribunale di Stoccolma, il quale forte delle dichiarazioni rilasciate dalle presunte vittime di violenza, lo ha convocato a deporre senza concedergli la possibilità di ulteriori rinvii, pena l’arresto.

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