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Thursday 25 April 2024
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Incontri con il cinema asiatico XI: la scrittrice Ito Ogawa e il regista Minoru Kurimura in un’intervista incrociata | Fuori le Mura


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Ito Ogawa (foto di Francesca Caruso)

Ito Ogawa (foto di Francesca Caruso)

In occasione dell’XI edizione di Asiatica: incontri con il cinema asiatico, nella sezione Asia di Carta è stato presentato il romanzo d’esordio della scrittrice giapponese Ito Ogawa Il ristorante dell’amore ritrovato (edito da Neri Pozza, € 15,00). La scrittrice ha presenziato all’incontro col pubblico in una intervista incrociata con il regista Minoru Kurimura.
Ito Ogawa si è laureata in Letteratura Classica Giapponese e ha esordito come scrittrice nel 1999. Ha scritto molta letteratura per l’infanzia, molte favole e ha pubblicato un libro di poesie. Il titolo originale del romanzo Shokudo Katatsumuri, significa letteralmente Il ristorante lumaca, pubblicato in Giappone nel 2008. Ito Ogawa ha realizzato recentemente una raccolta di saggi, una sorta di reportage dei ristoranti del mondo. Ama molto la cucina e se ne interessa attivamente.
Minoru Kurimura si è formato alla Kurosawa Enterprise USA. Il suo film d’esordio Food and the Maiden è stato premiato al 32° Mosca Film Festival. Durante l’incontro, avvenuto al Tempio di Adriano a Roma, entrambi hanno disquisito sulle loro opere e hanno parlato della visione che ognuno di loro possiede del cibo.

Cosa vi ha spinto, rispettivamente, a scrivere e girare un’opera dedicata al cibo?

Ogawa Ito: Il cibo è il tema più vicino alla mia vita e quindi l’argomento migliore su cui scrivere un romanzo. Il rapportarsi al cibo è un modo per comunicare i propri sentimenti agli altri e conferisce un forte legame con la Natura.

Minoru Kurimura: E’ bello parlare di cibo in questi termini, ma io ho voluto fare qualcosa di realistico nel mio film e proprio in virtù di questa volontà ho voluto mostrare l’aspetto distruttivo che possiede il cibo, che non rappresenta tutti, ma esiste e volevo sottolinearlo. In Giappone c’è un legame forte tra il vivere e il mangiare e proprio per questo le molte persone che soffrono vivendo, ritrovano questa sofferenza anche nel cibo.

asiatica_film_mediale_logo15In che modo si supera la sofferenza interiore attraverso il cibo, secondo lei?

Ito Ogawa: Il cibo è una consolazione rispetto alle avversità dell’esistenza. In Giappone nel momento in cui si mangia si sta ricevendo qualcosa, un dono, e si porta rispetto verso qualcosa di più grande, un senso di gratitudine verso la Natura.

Il titolo originale del romanzo Shokudo Katatsumuri, significa letteralmente Il ristorante lumaca. Traspare la volontà di vivere al ritmo di una lumaca, c’è un elogio della lentezza nel libro. Qual è il suo stile di vita?

Ito Ogawa: La lumaca porta la casa con sé e vive con lentezza. Mi piace assaporare ogni attimo della giornata. Ogni mattina decido a che ora alzarmi e il lavoro che dovrò svolgere. Cerco di scrivere un’opera alla volta e mantenermi fedele a questo stile di vita.

Minoru Kurimura: Io vivo, al contrario a un ritmo sostenuto. Non riesco a stare fermo. (Lo dimostra anche il fatto che il regista stia girando un corto a Roma durante questa manifestazione).

Potete dirci alcune sensazioni che avete avuto nel visionare l’opera dell’altro?

Ito Ogawa: L’approccio che Minoru Kurimura ha utilizzato è molto documentaristico e c’è una differenza sostanziale col mio romanzo, il film ha un approccio diretto con la realtà che racconta.

Minoru Kurimura: Ho comprato subito il suo romanzo, appena uscito in libreria e l’ho letto. Ora sono felice di fare questa intervista incrociata. Nonostante l’approccio sia diverso nelle nostre opere, il soggetto è lo stesso: il cibo, raccontandolo con due mezzi diversi come lo sono il cinema e la letteratura.

Quando nasce la sua passione per la cucina?

Ito Ogawa: Nasce negli anni dell’università, poi ho continuato a cucinare nella vita di tutti i giorni e infine durante i miei viaggi mi fermo spesso nei ristoranti e sperimento nuove cucine. Cucinare è un modo per trasmettere i propri sentimenti, l’atto del cucinare comunica qualcosa agli altri, come lo può essere scrivere una lettera.

Da quale tipo di cinema è stato influenzato per la realizzazione del suo film?

Minoru Kurimura: Ho tratto ispirazione da tre film, nei quali ho scorto aspetti diversi. Tampopo (1985) di Juzo Itami mi ha ispirato per l’idea di base: prendere delle persone e il loro rapporto col cibo. Il Cuoco, il Ladro, sua Moglie e l’Amante (1989) di Peter Greenaway mi ha colpito per il lato oscuro che può avere il cibo. Il Profumo della Papaia Verde (1993) di Tran Anh-Hung ha suscitato il mio interesse per il modo in cui rappresenta l’atto quotidiano di mangiare, la ripetitività del fare.

Minoru Kurimura (foto di Francesca Caruso)

Minoru Kurimura (foto di Francesca Caruso)

Come mai in Food and the Maiden è presente solo il cibo cotto, niente sushi o sashimi?

Minoru Kurimura: C’è una ragione chiara ed è che gli alimenti crudi devono essere di buona qualità, e quindi sono costosi, ma i miei personaggi non possono permettersi pietanze come il sushi o il sashimi. Il costo è superiore alle loro tasche. Gli alimenti crudi sono indice di genuinità e sono uno dei piaceri della vita. I miei personaggi mostrano la loro sofferenza, non ci sono piaceri.
Il calamaro, che si vede all’inizio del film, è l’unico alimento crudo, ma è anche molto economico in Giappone. L’ho inserito perché ci tenevo a fotografare una scena in cui si mangiasse qualcosa di vivo.

Rubrica: Cinema, Costume & Eventi, Food & Wine – Segui i commenti (feed RSS)