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Thursday 25 April 2024
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Un ricettario per conoscere la società iraniana. Dastoure ashpazi | Fuori le Mura


Leggi gli articoli su Asiatica: incontri con il cinema asiatico XI


iranian cookbook Aprendo il programma di Asiatica: incontri con il cinema asiatico XI, al giorno giovedì 18, si legge di un documentario fuori concorso dal titolo Iranian cookbook (Dastour-e ashpazi, in farsi). Immediatamente gli appassionati di culinaria, ma anche gli interessati alle tradizioni iraniane si recherebbero a vederlo per imparare qualche piatto persiano da preparare per cene con amici nei sabato sera di inverno. Non è però un semplice ricettario.

Il regista Mohammad Shirvani va oltre. Entra nella cucina di sei casalinghe iraniane, rigorosamente velate dal chador, tutte sue parenti o amiche, di diversa età, a rappresentare tre generazioni. La preparazione di piatti tipici è solo un espediente per analizzare l’evoluzione della società. Le donne sono riprese durante l’atto consueto dei preparativi per l’interruzione del digiuno (iftar) durante il mese di Ramadan.
Le sei casalinghe, seppur di età differenti, raccontano la propria vita quotidiana mostrando alcuni tratti in comune.

Zahra, sorella del regista, è la più giovane. Sposata, con due gemelli, non è una casalinga a tempo pieno. La mattina dopo aver accompagnato i figli all’asilo si reca all’università per seguire le lezioni. Riesce sempre a trovare il tempo per la famiglia, per le faccende di casa e per cucinare pranzo e cena. A volte, però, capita che l’università e le pulizie la impegnino più del dovuto, così la sera è costretta a preparare piatti veloci e semplici, come dei maccheroni al pomodoro. Questo però non fa piacere al marito.
L’intervista più simpatica è alla suocera. Alle prese con la preparazione dei dolmeh (foglie di vite ripiene) e di tre kofteh Tabrizi (polpettone di Tabriz, ndr). Racconta che appena sposata a quattordici anni, non sapeva cucinare. Viveva in casa del marito, con una tribù, come l’ha definita lei. In casa c’erano il suo sposo, i genitori, il fratello, e i suoi cinque figli. Ogni giorno era costretta a cucinare per tutti, colazione, pranzo e cena. Per di più in continuo litigio con la suocera che la ammoniva puntualmente di non saper cucinare e di non essere una buona nuora. Col tempo hanno cambiato casa, ma la storia è sempre la stessa. Vive sempre con il marito, i cinque figli e la suocera a carico che ha smesso di umiliarla ogni giorno, ma le ricorda che in passato non era buona a nulla, però si vogliono bene.
La più moderna delle sei storie è senza dubbio quella della moglie del regista. Casalinga non per obbligo, fa una spesa intelligente settimanale, necessaria solo per la coppia. Si recano al supermercato ed acquistano senza problemi cibi in scatola o surgelati, agevoli per la lunga conservazione e facili da preparare. Il suo modo di cucinare è più moderno. Ha abbandonato la lavorazione manuale dei cibi per quella elettrodomestica.  batch_6920_06679b91

Tutte le donne intervistate passano la maggior parte del tempo in cucina, anche la moglie del regista, la casalinga con meno vincoli, ha poche ore libere per se stessa al giorno tra colazione, pranzo e cena. Dopo ogni pasto, i mariti e gli uomini di casa si alzano da tavola lasciando alle mogli anche il compito della pulizia immediatamente dopo la fine dei pasti. Con l’eccezione della moglie di Shirvani che la sera, se si raggiunge ora tarda, lascia tutto così com’è e se ne occupa il giorno dopo.
Nessuna riceve un ringraziamento esplicito dal marito o qualche forma di riconoscenza. È un atto dovuto dalle donne nei confronti dei mariti che escono di casa la mattina per andare a lavoro e portare il pane in tavola. È tutta una compensazione basata sull’aspetto economico, come dimostra il suocero (ventisei anni più grande della moglie) il quale ritiene che la moglie ha tutto ciò di cui necessita perché gli dà soldi a sufficienza per fare la spesa. Addirittura nella famiglia del regista, mostratasi la più moderna, il padre ha regalato una dote alla moglie di 80 milioni di tuman (circa 56600 euro).

Iranian cookbook è pur sempre un documentario che ha alla base la preparazione di piatti tipici iraniani. Per fare bella figura con gli amici, invitateli per una cena sabato sera, prendetevi il pomeriggio libero e preparate loro due cibi iraniani che rappresentano al meglio la tradizione culinaria, dolmeh e kofteh tabrizi. Buon divertimento e buon appetito.

Dolmeh (per 4 persone)
Ingredienti: 16 foglie di vite; 700g di carne; 100g di riso; una cipolla; un cucchiaio di prezzemolo tritato; un cucchiaio di aneto tritato; 40 g di burro; 2 cucchiai di olio extravergine d’oliva; sale e pepe.
Preparazione: sbollentate le foglie di vite fresche e lasciatele sgocciolare. Mescolate accuratamente la carne, il riso, la cipolla finemente tritata, il sale, pepe, prezzemolo, aneto, olio e un paio di cucchiai d’acqua. Ponete al centro delle foglie di vite un cucchiaio di ripieno e chiudetele a cartoccio. Sistemate gli involtini in una teglia, bagnateli con una tazza d’acqua calda e con il burro fuso, schiacciate con un piatto, coprite e lasciate cuocere in forno per un’ora a 150° C.

Kofteh tabrizi (per 5 persone)
Ingredienti: 500g di carne macinata magra di vitello; 250g di farina di ceci; 4 uova; 2 cipolle tritate e rosolate; un cucchiaino di curcuma; un cucchiaino di zafferano; 4 uova sode; 250g di prugne secche snocciolate e tritate; mezza tazza di noci tritate; sale e pepe.
Preparazione: rompere le uova in una bacinella, aggiungere sale, pepe, zafferano, un bicchiere d’acqua, farina di ceci e carne ed amalgamare l’impasto. Versare in pentola 5 o 6 bicchieri d’acqua, aggiungere curcuma, cipolla rosolata, sale, pepe e portare ad ebollizione. Dividere l’impasto in porzioni grandi quanto un pompelmo, scavatelo a forma di nido e poneteci all’interno l’uovo sodo, cipolla rosolata, prugne tritate e noci. Riempite il nido con un po’ di brodo bollente e ricopritelo. Lasciatelo cuocere a fiamma bassa nel brodo, finchè questo non si riduca ad un terzo del volume.

Dastur-e ashapazi
Iranian cookbook
Regia: Mohammad Shirvani
Fotografia: Houman Behmanesh
Montaggio: Mohammad Shirvani & Esmail Monsef
Produzione: Mohammad Shirvani & DEFC
Durata: 72’

Rubrica: Cinema, Food & Wine – Segui i commenti (feed RSS)