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Thursday 25 April 2024
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Ritratto di famiglia: The Kids Are All Right | Fuori le Mura



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a cura di Maria Tridico e Gabriele Zummo

Cosa si può fare avendo a disposizione 4 milioni di dollari e un cast composto da attori convincenti? La risposta ce la restituisce la regista Lisa Cholodenko con il suo film che ha riscosso molto successo all’ultima edizione del Sundance film festival sponsorizzato da Robert Redford e ha avuto anche un ottima critica in patria.

The kids are all right è una commedia leggera che si confronta con una trama in parte già digerita ma declinata secondo una nuova cifra di più ampio respiro, restituito soprattutto dalla bravura degli attori. Julianne Moore, che verrà premiata alla V edizione del Festival internazionale del film di Roma con il premio Marc’Aurelio per l’attore già consegnato in riconoscimento ad interpreti del calibro di Sophia Loren e Meryl streep, è Jules, una donna di mezz’età dedita alla famiglia. sua compagna di vita Nic (un’eccellente Annette Bening, già vista in American Beauty e in Correndo con le forbici in mano), un medico con atteggiamento fin troppo protettivo nei confronti dei suoi figli.

 Entrambe in gioventù hanno deciso di scegliere la via dell’inseminazione artificiale. L’equilibrio di una famiglia che vive naturalmente nel suo processo di maturazione viene spezzato quando il figlio più piccolo, Laser (Josh Hutcherson – american splendor, viaggio al centro della terra) convince la sorella Joni (la Mia Wasikowska di Alice in Wonderland) a rintracciare il loro padre biologico. Così conoscono Paul (un Mark Ruffalo in grande spolvero), giovanottone alternativo in motocicletta e controcorrente, che ha lasciato gli studi a 18 anni, fa il coltivatore diretto, è amante del vino e della buona musica, e gestisce un ristorante. Nulla di complicato fin quando Jules, un’arredatrice eco-friend in cerca di clientela, viene ingaggiata dallo stesso Paul per la realizzazione del suo giardino. I due scoprono di piacersi: perché lei vede come un riflesso di quello che vorrebbe essere, e lui la possibilità finalmente di guarire dalla sua sindrome di peter pan e costruire una famiglia.

Però quella famiglia non gli appartiene e dopo questa sbandata tutto ritorna a percorrere la dritta via, che però porterà Jules alla separazione dalla figlia che comincerà il college, Paul a riflettere sulla propria immagine. Il film rappresenta la testimonianza del fatto che per fare un prodotto di qualità, capace di far ridere, sollevare questioni importanti e strappare applausi, non bisogni investire tanto ma semplicemente fare le scelte giuste.

Qualche battuta scambiata in conferenza stampa con Julianne Moore

Come si è preparata per questo ruolo e quali difficoltà e sfide ha dovuto affrontare?

La sfida maggiore è stata quella di dare una realtà al personaggio e renderlo vero. In realtà non c’era bisogno di fare molta ricerca; ho molto esperienza di rapporti di coppia e di omogenitorialità. Questa dei rapporti omosessuali è oramai una delle tematiche universali ed è stato per me bellissimo lavorarci infatti una delle ragioni per le quali mi sono sentita attratta da questa sceneggiatura è che descrive come ci si sente in un rapporto che dura da diversi anni e nel quale ci sono figli. Guardando lo schermo ci si dimentica che si tratta di due donne: ci si concentra su un rapporto di coppia a lungo termine. Alla fine, ne viene fuori un quadro molto positivo.

 Come mai in America una famiglia omogenitoriale è una cosa che rientra nella normalità mentre in Italia non è possibile accettare questo?

Di coppie omogenitoriali ce ne sono sempre di più negli Usa, i miei figli vanno a scuola a New York e lì ci sono figli con due mamme e due papà. Il New York Times ha condotto una ricerca volta a studiare la crescita di questi ragazzi e i risultati mostrano come i ragazzi sono equilibrati, sono educati bene e ben inseriti socialmente. Sono figli straordinari di famiglie straordinarie.

Possiamo fare a meno dei padri?

Qualsiasi scelta si faccia, siamo sempre davanti ad una famiglia.The Kids Are All Right

 

I ragazzi stanno bene è un film molto avanti all’Italia in quanto mostra come la famiglia è famiglia anche se composta da due donne. La cosa che crea perplessità però è il sesso tra le due donne che viene visto di nascosto mentre gli unici rapporti sessuali alla luce del sole sono quelli eterosessuali. Perché?

Penso che il film non voglia parlare di sesso tra gay o etero, il focus è il sesso nel matrimonio. Queste donne stanno insieme da molto tempo e tra loro le cose non vanno bene perché se le cose andavano bene Jules non avrebbe avuto rapporti con un’altra persona. Di questo parla il film e Lisa Chilodenko (regista e sceneggiatrice del film ndr) non voleva appunto parlare di sesso ma di famiglia.

Qual è stato il suo momento di svolta nella sua carriera?

Dai 20 anni in su ho lavorato soprattutto in teatro e in televisione. Poi all’inizio degli anni ‘90 ho fatto alcuni film che sono usciti contemporaneamente ad un anno di distanza l’uno dall’altro. Avviando la carriera cinematografica e ho incrociato la strada del cinema indipendente: non pensavo di diventare un’attrice e invece eccomi qui.

Le differenze tra gli Usa e l’Italia sono tante, basta pensare al nostro Premier che proprio oggi ha dichiarato: è meglio guardare le donne che essere gay. Come definirebbe questo personaggio?

Affermare che e’ meglio appassionarsi alle belle ragazze che essere gay e’ una battuta arcaica e infelice. Continuare a parlare in questo modo degli omosessuali, e’ un atteggiamento idiota, perché oggi e’ acquisito che l’orientamento sessuale ha natura biologica.