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Friday 19 April 2024
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Venezia 67: “La solitudine dei numeri primi”, un film generazionale | Fuori le Mura



locandina_del_film_La_solitudine_dei_numeri_primi---01La solitudine dei numeri primi è la pellicola presentata al sessantasettesimo Festival di Venezia e diretta da Saverio Costanzo, apprezzato regista del militante e bellissimo Private (2004) con Mohammed Bakri. Tratto dal romanzo di Paolo Giordano, viene seguita, parallelamente, attraverso dei frammenti, la vita di due giovani nati negli anni Settanta cresciuti a pane e film d’animazione giapponesi. Il protagonista maschile, Mattia, custodisce un segreto che lo attanaglia e che riesce a svelare solo ad Alice amica e compagna di una vita. Mattia e Alice, sono numeri primi, sono divisibili soltanto per uno e per se stessi. Sono numeri solitari e incomprensibili agli altri. Entrambi perseguitati da tragedie che li hanno profondamente segnati nell’infanzia: un incidente sugli sci per Alice, che le ha causato un difetto a una gamba; la perdita della sorella gemella per Mattia, dovuta alla sua “distrazione”. Quando da adolescenti si incontrano a scuola, riconoscono il proprio dolore l’uno nell’altra. Crescendo, i loro destini s’intrecciano in un’amicizia speciale, finché Mattia, laureatosi in Fisica, decide di accettare un posto di lavoro all’estero. saverio-costanzo-109197I due si separano per molti anni per poi ritrovarsi, riportando in superficie una moltitudine di emozioni mai confessate.

Costanzo scava sui generi, strizza l’occhio al maestro John Carpenter, per rileggere il libro di Giordano in chiave horror e costruire un plot convincente dal finale non scontato. Alba Rohrwacher e Luca Marinelli (quest’ultimo alla sua prima esperienza cinematografica) emozionano e  Filippo Timi inquieta nell’interpretazione vampiresca del clown. Tuttavia i personaggi, con i loro problemi rimangono vincolati ad un contesto borghese che sminuisce la gravità delle loro ansie. Per quanto riguarda la colonna sonora, l’opera di Costanzo, nel climax sciorina la splendida e memorabile Bette Davis Eyes di Kim Carnes che rende il film indimenticabile e gli conferisce un patinato tocco glam. La pellicola si delinea come un’archeologia dell’essere molto legata al corpo e alla carne umana, in cui le emozioni e il dolore passano per la pelle e le malformazioni fisiche e psichiche sono pari a quelle morali.la_solitudine_dei_numeri_primi_1 E solo l’amore può sanare le ferite inferte dalla vita. I difetti del braccio di lui e  della gamba di lei, fino ad arrivare all’isolamento di lui e all’anoressia di lei; sono tutti segni di un corpo che grida bisogno d’amore come nutrimento principale della vita. Tormentati da un passato che non si può cancellare e dal quale è difficile uscire, ma tutto sommato il finale è ottimista per questi due giovani protagonisti torturati dalla vita, a cui viene offerta una possibilità di riscatto. Un film generazionale per un libro generazionale dunque e anche se la pellicola non ricalca il testo scritto questo lo rende ancora più interessante come corpo a se, andando a creare una visione altra.

Così Costanzo sforna un film diverso da quelli scodellati nel panorama italiano, dimostrando di essere uno dei registi più interessanti del contesto attuale insieme a Matteo Garrone e Paolo Sorrentino, al di là di discendenze, parentele e modalità produttive.

La solitudine dei numeri primi

Regia: Saverio Costanzo
Sceneggiatura: Saverio Costanzo, Paolo Giordano
Attori: Alba Rohrwacher, Luca Marinelli, Martina Albano, Arianna Nastro, Tommaso Neri, Vittorio Lomartire, Aurora Ruffino, Isabella Rossellini, Maurizio Donadoni, Roberto Sbaratto, Giorgia Senesi, Filippo Timi
Paese: Francia, Italia 2010
Genere: Drammatico
Durata: 118 Min

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