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Thursday 25 April 2024
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Svezia: estrema destra in Parlamento, allarme xenofobia | Fuori le Mura


jimmieLa Svezia ha votato e per la prima volta in un secolo di Storia la coalizione di centrodestra guidata dal primo ministro svedese Frederik Reinfeldt ha vinto le elezioni politiche, senza però raggiungere la maggioranza assoluta necessaria a formare un nuovo governo. Ma la grande novità della tornata elettorale è l’ingresso in Parlamento per la prima volta dell’estrema destra xenofoba, i Democratici di Svezia (Sd), guidati dal trentenne Jimmi Akesson, che con circa il 5,7% dei voti ha superato la soglia necessaria (4%) a conquistare seggi, ottenendone venti.
Il partito guidato da Akesson è in “buona” compagnia perché molte formazioni di destra ed estrema destra sono comparse nel panorama politico europeo. Si tratta di un’onda anomala che investe gran parte dell’Europa. I Democratici svedesi, propugnano la cacciata di tutti i migranti a meno che non accettino “l’assimilazione culturale” e la protezione della “svedesità” del Paese. Ma altre formazioni di questo genere salgono nei sondaggi in Finlandia, in Danimarca, in Olanda e nel vicino Belgio, in Ungheria e Romania. Una macchia scura che pervade anche Paesi storicamente di Sinistra e progressisti.
Quella svedese è stata una campagna basata sul “pericolo immigrazione” la stessa che sta portando avanti la Lega Nord in Italia, facendo leva sul capro espiatorio di tutti i mali del Paese e facendo percepire erroneamente l’immigrazione come emergenza, come “un problema di sicurezza del cittadino” allontanando l’idea di accoglienza del diverso in quanto essere umano uguale agli altri.
23861Attualmente la coalizione svedese di centrodestra ha ottenuto uno solo dei tre seggi in bilico, in un nuovo spoglio dei voti delle elezioni di domenica 19 settembre. Niente maggioranza assoluta come del resto è emerso alla chiusura delle urne.
E’ stata schiacciante la sconfitta per la socialdemocratica Mona Sahlin che ambiva a diventare la prima donna premier in Svezia. Il suo partito, per ottant’anni punto cardine del Paese scandinavo, ha perso del 5% rispetto al già disastroso risultato del 2006.
Il welfare è stato il cavallo di battaglia della destra estrema che ha cavalcato (come è successo in altri Paesi europei, dal Belgio all’Olanda) le paure di un Paese composto per il 14% da stranieri di varie nazionalità, brandendo la minaccia della “rivoluzione islamica”.
La coalizione di Akesson, vicino alle tesi neonaziste e alla superiorità ariana, dichiara sul tema dell’immigrazione: “Ora dovranno smettere di trattarci da paria e cominciare invece ad ascoltarci”. E’ chiaro che per la Svezia si sta delineando una politica aggressiva e prepotente, la cui vittoria è stata possibile, tra le altre cose, grazie allo spot tv che per giorni ha manipolato le fragili menti del cittadino medio svedese. Nella pubblicità appare una vecchietta bianca, aggrappata al girello, mentre va a ritirare la pensione, viene travolta da un gruppo di donne migranti con il burqa e una massa di figli. Anche questa volta il mezzo televisivo si rivela il più omologato e l’unico capace di imporre modelli di società autoritaria ed arrogante e il mezzo che più contribuisce alla formazione dell’opinione pubblica sfavorevole e razzista nei confronti dei migranti.

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