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Thursday 25 April 2024
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Frodi alimentari: quante “bufale” sulle nostre tavole | Fuori le Mura


Aceto balsamico modenese prodotto in Austria, latte qualificato come 100% italiano e in realtà prodotto da una miscela di latte ungherese e italiano, allevamenti dopati con ormoni, vini e prodotti di qualità falsi e le ormai celebri “mozzarelle blu”. Ce n’è per tutti i gusti. Sono i prodotti “taroccati” al centro di un giro d’affari da tre milioni di euro al giorno. A fare il punto della situazione ci pensa “Italia a Tavola 2010″, il rapporto sulla sicurezza alimentare del Movimento Difesa del Cittadino e Legambiente che sempre più si qualifica come l’analisi più completa e dettagliata del sistema di controllo e prevenzione della filiera agroalimentare.

Carni, allevamenti e prodotti lattiero caseari e made in Italy sono i settori più nel mirino dei contraffattori del cibo, ma tra i prodotti di qualità simbolo del Belpaese, vittima di sofisticazioni e contraffazioni, c’è anche il vino. Nel 2008 erano state scoperte centinaia di bottiglie di falso Brunello di Montalcino e furono ben 13 le aziende produttrici coinvolte nell’inchiesta. L’accusa era di aver violato il disciplinare che impone, tra le altre cose, quali vitigni utilizzare (in questo caso San Giovese). I motivi del taroccamento erano due: quantità del Sangiovese disponibile insufficiente a coprire la domanda crescente di mercato e il miscelamento legato a una mera questione di palato: il consumatore, soprattutto quello americano, preferisce al gusto forte del Brunello Doc una variante morbida, più dolce e transalpina. Lo scorso anno è invece stata scoperta la truffa di una famosa cantina di Fara Novarese che moltiplicava con comune vino da tavola, per il 60% francese e per il 40% italiano, il Valpolicella della tipologia ‘Amarone’, “Ripasso”e altri vini pregiati.

E purtroppo neanche l’olio si salva. A maggio scorso i Nas di Bari hanno sequestrato comune olio di semi colorato con clorofilla e spacciato per olio d’oliva extravergine, mentre nel 2009 hanno scoperto oli alimentari esausti, e quindi potenzialmente pericolosi, in ristoranti e fast-food di diverse regioni italiane. Per quanto riguarda il settore ittico, invece, i problemi principali sono il mancato rispetto delle norme di igiene sanitaria, di conservazione e di tracciabilità. Basti pensare che la Guardia Costiera, nel corso dell’operazione Giano, ha scoperto oltre 324 tonnellate di pesce scaduto da anni o in cattivo stato di conservazione.

Naturalmente il cibo taroccato per eccellenza resta la ‘mozzarella dei puffi’ ossia la mozzarella che, a contatto con l’aria, diventa blu. La denuncia di due donne, una di Trento e una di Torino, aveva portato, mesi fa, al maxi-sequestro di 70 mila confezioni prodotte in Germania. Ma tra i latticini, la mozzarella di bufala è sicuramente la più contraffatta. Secondo la legge, per chiamarsi tale, deve contenere almeno il 50% di latte di bufala, ma sono state scoperte mozzarelle di bufala fatte con latte comune in polvere, oppure con latte di mucca sbiancato con calce e soda e proveniente dalla Colombia o dalla Bolivia.

Il falso Made in Italy è un mercato allettante soprattutto per i prodotti esportati, grazie a uno “stacca-attacca” di etichette. Prodotti scaduti che tornano sugli scaffali dopo una correzione truffaldina della data, o cibi stranieri che diventano magicamente italiani come i 25 mila barattoli di pomodori “San Marzano” falsamente etichettati e oltre 24 mila chili di formaggio a pasta filata dichiarata mozzarella, ma proveniente da una azienda tedesca e destinata alla Libia. Purtroppo in Italia nel periodo 2008-2009 le frodi agroalimentari sono aumentate vertiginosamente del 32% e l’ingente giro d’affari rappresenta un business sempre più appetibile per la criminalità organizzata e l’industria della contraffazione, anche a causa del valore crescente in termini economici del Made in Italy. “Il nostro cibo di qualità – ha affermato Antonio Longo, Presidente Movimento Difesa del Cittadino – deve peraltro fronteggiare non solo l’attacco illegale dei contraffattori, ma anche difendersi da chi a livello europeo vorrebbe depotenziare e sfumare sempre più le denominazioni di origine col pretesto della libera circolazione. Per fortuna il Rapporto ci conferma anche positivamente che il sistema dei controlli funziona e lavora bene, nonostante il taglio di fondi e di uomini e nonostante l’incredibile cancellazione dell’Agenzia nazionale per la sicurezza alimentare, di cui chiediamo con forza la creazione”.
Infatti, solo nel 2009, le forze dell’ordine hanno effettuato oltre 700.000 controlli e ogni giorno gli istituti preposti passano al setaccio produttori, allevatori, supermercati, negozi e ristoranti. Ma anche mercati rionali, pescherie, stabilimenti balneari, bar e agriturismi. Controlli che hanno evitato che arrivassero sulle nostre tavole 41 milioni di chili di prodotti per un valore di oltre 145 milioni di euro a seguito della scoperta di oltre 86mila infrazioni.

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