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Thursday 18 April 2024
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Zeus il pesce rosso tenta il surrealismo low cost | Fuori le Mura



Carlo Sarti_foto Francesco Anzelmo

Good bye, Mister Zeus uscito il 25 giugno è il secondo lavoro importante di Carlo Sarti (il primo era “Se c’è rimedio perchè ti preoccupi?”) che si mette in gioco in tutte le città capo zone, in attesa di osservare o meno il favore del pubblico; scevro di favori ministeriali ha dalla sua una certa determinazione. Una pellicola coraggiosa che grazie alla caparbia di Sarti è giunto a meta fiducioso nella sua sceneggiatura vincitrice del premio Solinas.

La pellicola non è costata molto, soli 500.000 euro per un mese di riprese tra Svizzera e Bologna, un low budget che in parte come ci confida Sarti è anche un modo per avere più libertà, laddove il basso o alto costo non è sempre garanzia di un certo prodotto cinematografico, ciò che conta è appunto l’idea di partenza, la storia, che sia appunto coinvolgente.

La conferenza stampa un po’ scarna dal lato degli attori, presente solo un “falso Zues” dentro la sua boccia e Fabio Troiano insieme a Carlo Sarti che ci hanno parlato della pellicola, dell’anima di questa commedia, delle difficoltà affrontate produttivamente rispetto all’assenza di mercato per un estetica cinematografica quella di Mister Zeus alquanto surreale.

Fabio Troiani_foto Francesco Anzelmo

Come nasce questo film che ha visto il Solinas per la sceneggiatura ?

Sarti: Intanto spero che sia piaciuto il film, anche se un regista non lo dovrebbe mai chiedere.

L’idea nasce dalla riflessione su quale sia l’animale domestico più indifeso, privo di comunicazione di cui noi abbiamo coscienze ed il risultato è il pesce rosso. E invece per contraltare quale sia l’animale più forte, cioè l’uomo. Volevo provare a ribaltare la cosa dimostrando quanto alla fine anche l’uomo sia fragile, debole e indifeso, quindi quanto il pesce rosso sia un simbolo dell’essere umano intrappolato nel suo acquario cosi come l’uomo è imprigionato nella sua vita. Volevo provare a vedere se si riusciva a dare a darmi una speranza di uscire da questa boccia con una commedia grazie anche agli attori che sono stati molto bravi.

Ti senti ancora nella boccia, ne sei uscito?

Troiano: mi piaceva molto la sceneggiatura, in particolare il fatto che il pesce fosse il filtro con il mondo per il personaggio di Alberto. In realtà quello che diceva Carlo era vero, che ogni tanto ti senti come in un acquario da cui vuoi uscire, e in questi casi ci si appoggia ad un amico, questo è quello che succede ad Alberto con il pesciolino

Ti trovi spesso a fare molti duetti, in questo caso reciti con una boccia e un pesce rosso, come ti sei trovato?

Troiano: inizialmente mi sentivo un po cretino a recitare con un pesce, anche se capita spesso di trovarci da soli a fare i nostri monologhetti ma di fronte ad una macchina da presa bisogna crederci davvero, anche perchè a volte non c’era neanche il pesce. Poi comunque capito il meccanismo è stato abbastanza semplice.

Sarti: poi alla fine si tratta di fare un monologo interiore, lui parla con se stesso. Il pesce inoltre era quasi entrato in sintonia con Alberto, tanto che nella scena in cui il pesce viene liberato, il pesce ad un certo punto butta dell’acqua in faccia a Fabio, come se sapesse di essere in procinto di essere liberato; poi in fondo il mondo della natura è misterioso. Insomma non tutto è inventato tra pesce e uomo.

zeus 10      __ Fabrizio De Blasio  Photomovie

Quante difficoltà ha trovate dal punto di vista produttivo visto il registro surreale della pellicola?

Sarti: È stato molto faticoso, perchè questo tipo di cinema in italia non è contemplato, un percorso durato anni, ho attraversato con questa storia un decennio del cinema italiano in tutti i suoi aspetti positivi e negativi, la caduta di due governi con le difficoltà relativa nella richiesta dei fondi ministeriali. Però siamo arrivati in fondo, in somma alla fine il pesce rosso ce la fa.

In fondo il film nella sua leggerezza è pervasa da un sottofondo di tristezza, di pessimismo che pervade il film

Sarti: Si comunque c’è un fondo di tristezza certo però il film secondo me tratta di una speranza di cambiamento, il mondo gira finisce qualcosa ne inizia un’altra, alla fine non sappiamo che è dei due protagonisti, tanto di Alberto che del pesce liberato nelle acque svizzere.

Troiano: Si il personaggio alla fine scappa, fugge, ma per come è costruito il personaggio di Alberto già questo non affrontare è una scelta.