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Thursday 28 March 2024
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Anathema – We’re Here Because We’re Here | Fuori le Mura



1. Thin Air
2. Summernight Horizon
3. Dreaming Light
4. Everything
5. Angels Walk Among Us
6. Presence
7. A Simple Mistake
8. Get Off, Get Out
9. Universal
10. Hindsight

Sette anni di assenza dalle scene. I fratelli Cavanagh, nel frattempo ci hanno tenuto compagnia con qualche singolo ed una sorta di best of austico, Hindsight. Poi, il nuovo atto, finalmente.
Mai come in questo caso il doom sembra lontano lontano: per tutto il disco si avverte un senso di leggerezza, per il nuovo taglio atmosferico e per gli arrangiamenti meno invasivi che nel passato: la longa manus al mix di Steve Wilson dei Porcupine Tree, ormai componente spurio della band, si sente lungo tutto il tracciato musicale del disco. We’re Here Because We’re Here, il cui titolo è trato da una vecchia canzone inglese della Prima Guerra Mondiale, segna quindi in maniera palese un ricorso alla soavità delle composizioni melodiche, messe in mostra già nei singoli di cui sopra: l’impatto emotivo dei crescendo come in Dreaming Light (il pezzo migliore), Angels Walk Among Us e Thin Air, una composizione inequivocabilmente zuccherosa intervallata di tanto in tanto dalla presenza dell’ensemble d’archi come Everything, sono comunque il fille rouge di tutti i primi brani e solo di tanto in tanto si avverte qualche scarica elettrica (vedasi Summer Night Horizon) che spezza strutture sonore altrimenti troppo simile a vere e proprie litanie. Litanie che comunque si rimarcano per uno stile compositivo estremamente accurato. Il vero punto di singolarità del disco è probabilmente Presence, che inaugura una sorta di secondo tempo del disco che segna una preponderante reentrè della psichedelia, (grazie anche ad arrangiamenti più corposi) di cui massima espressione sono A Simple Mistake e Universal, in cui si avverto deciso il sapore dei Pink Floyd (meglio ancora, dei Porcupine Tree), appaiate in coda dalla magniloquente Hindsight ed intervallate da intermezzi vivaci (Get Off, Get Out) . Le performance della band risultano nel complesso di caratura notevole per interpretazione e tecnica, anche nel caso del cantante degli HIM Ville Valo (spesso celebre più per un fattore “iconico” che prettamente musicale) che in Angels Walk Among Us fa il Backing Vocals. L’idea onnicomprensiva che sembra uscire dal disco è però un anelito di “luce” che trova però una sua legittimazione in atmosfere sognanti, come testimonia anche l’ artwork che è una gioia per gli occhi. Un ulteriore distaccamento dagli esordi, ma non si avverte il tradimento.