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Thursday 28 March 2024
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Viaggio all’isola di Sakhalin | Fuori le Mura



Viaggio all'Isola di Sakhalin Sakhalin, nell’estremo oriente russo, è un posto dimenticato da Dio, una terra in cui nessuno mette piede se non per scontarvi l’ergastolo, un luogo in cui chi vive perde gradualmente la vista.
La routine vuota dei detenuti del carcere viene interrotta, un giorno, dall’arrivo di un medico. È un dottorando alla sua prima esperienza importante. Vuole studiare la cecità diffusa nell’isola e ottiene il permesso per compiere questa ricerca straordinaria per la scienza.
La conoscenza dei vari detenuti fa sorridere, nonostante la storia sia tragica. I vari personaggi parlano con le cadenze di varie regioni italiane e hanno tutti un soprannome. Raccontano che la loro vista diminuisce in seguito alla maledizione mandata sull’isola da uno sciamano. Il medico studia attentamente ogni singolo caso. Dopo un mese e mezzo di permanenza a Sakhalin scopre che nelle ore notturne la vista dei detenuti è superiore rispetto a quando è sottoposta alla luce viva e che i loro occhi sono organi ancora vivi. Capisce quindi che la cecità è dovuta a fattori psicologici e azzarda che la causa ne sia il loro isolamento. La perdita progressiva della capacità visiva dovrebbe essere quindi dovuta a un forte trauma affettivo causato dalle condizioni di vita.
I detenuti del carcere di Rebibbia sono bravissima nell’interpretare le parti in silenzio, quelle in cui la scena si focalizza sui movimenti del corpo e dimostrano molta sicurezza quando parlano.
Alcuni racconti mettono i brividi, primo tra tutti quello in cui un detenuto – ormai completamente privo di vista – racconta di non ricordare più come sia fatto il mondo, o ancora le osservazioni del dottorando che spiega che i detenuti totalmente ciechi hanno sviluppato gli altri sensi in misura eccessiva. A intenerire è il racconto del medico che ha l’impressione che stia perdendo anche lui la vista, cosa che sa non avere un fondamento scientifico.
Lo spettacolo riprende l’esperienza che Anton Cechov fece in Russia esercitando la professione di medico. Il suo reportage parlava dell’isola di ghiaccio, luogo di ergastolani. A questo si somma l’esperienza dello scienziato Sacks che racconta dell’ “isola dei senza colore”, posto in cui vivono persone che si trasmettono – di padre in figlio –  un gene che rende ciechi ai colori.

Viaggio all’isola di Sakhalin
Compagnia Evadere Teatro Sezione G8 del carcere di Rebibbia N.c.
Teatro Quirino
Data unica: 26 maggio 2010
Da Anton Cechov e Oliver Sacks
Ideazione, drammaturgia e regia Laura Andreini Salerno e Valentina Esposito
Con: Roberto Altobelli, Ottavio Canarecci, Nando Casamonica, Gaetano Cosenza, Alfonso D’Anna, Giovanni D’Ursi, Fabrizio Diana, Vincenzo Di Letizia, Gianfranco Fozzi, Alessandro Fragalà, Marco Gallo, Giacomo Gesù, Daniel Silva Gonzales, Raffaele Ligorio, Giampaolo Moscia, Romolo Napolitano, Roberto Pedetta, Modesto Peralta Suriel, Claudio Piccirilli, Vito Pollaci, Giancarlo Porcacchia, Renato Rotondi, Luigi Russo, Lodovico Salis, Paolo Sbrescia, Antonio Sorrentino, Sandro Verzilli, Andrea Zaccaria
E con la partecipazione di Cristiano Leopardi nel ruolo del dottorando