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Saturday 20 April 2024
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Quando Gesù era pagano | Fuori le Mura



Alejandro Amenàbar durante la conferenza all'Ara Pacis

Alejandro Amenàbar durante la conferenza all’Ara Pacis

Tempo fa Paolo Rossi esclamò “Dio, cerca di far diventare i cristiani cattolici” in questa frase c’è la motivazione della “scomodità” di Agorà, l’ulimo film di Alejandro Amenàbar, che mostra come la cristianità dovrebbe essere una pratica di vita mentre così non è. Il sapere, come figlio legittimo del dubitare, è stato massacrato, a scapito di secoli di progresso, in nome di una Religione che non è stat separata dalla Ragione e ci ha reso ciechi

Siamo nel 391 d.C., l’impero romano sta per culminare il suo declino, Alessandria è dilaniata dalle guerre di religione e alcuni sgomitano più degli altri per imporsi: i cristiani. E’ una religione che sta prendendo piede imponendosi con la forza, rifugio di poveri e schiavi, lontani quindi dal mondo colto e guidati sapientemente da un’elite ambiziosa. Soffocano la ricchezza alla base del progresso: la diversità e lo scambio.

“Su Ipazia e sull’intera umanità si abbatte la più grossa delle sventure: l’ascesa al potere della religione cristiana e il patto di sangue stipulato con l’Impero Romano agonizzante. Questo patto -oltre alla soppressione del paganesimo – prevedeva la cancellazione delle biblioteche, della scienza e degli scienziati, l’annullamento del libero pensiero, della ricerca scientifica.

Alla donna doveva essere impedito l’accesso alla religione, alla scuola, all’arte, alla scienza. In poche decine di anni il piano venne quasi interamente realizzato. Ma Ambrogio, Giovanni Crisostomo, Agostino e Cirillo – i giganti del nascente impero della chiesa – trovarono sulla strada lastricata di roghi e di sangue, un ultimo impedimento: Ipazia…. Cirillo, vescovo e patriarca di Alessandria, ne ordì il martirio.” Scrive lo storico Adriano Petta in Ipazia, vita e sogni di una scienziata del IV secolo.

Alejandro Amenàbar rimane catturato dalla figura quasi dimenticata di Ipazia, filosofa, astronoma, matematica, scienziata, figura che incarna al meglio il conflitto millenario tra Ragione e Religione. Riesce a portare anche sugli schermi italiani un film decisamente chiacchierato. “Eravamo consapevoli che il film avrebbe potuto causare dei dibattiti, delle controversie, ma io ho sempre detto che il film non era inteso minimamente come una pellicola che dovesse offendere i cristiani ma un film che doveva denunciare fortemente l’intolleranza a tutti i livelli. Quello che ci ha colpito è stato il divieto di far vedere il film ad Alessandria – che sembra quasi un paradosso – perché si aveva paura che la minoranza cristiana che c’è ad Alessandria potesse subire delle ripercussioni dalla maggioranza mussulmana”, ci spiega.

lejandro Amenàbar

lejandro Amenàbar

Dopo la proiezione del film a Cannes, in seguito alle reazioni e ai dibattiti suscitati dagli spettatori, la pellicola ha dovuto subire dei tagli riguardo al contesto religioso e politico per concentrarsi maggiormente sulla figura di Ipazia, rivela il regista. Amenàbar però ha lasciato che la verità inoppugnabile invitasse all’approfondimento e fosse così esplicativa da non aver bisogno di alcun commento; alla fine del film, infatti, veniamo a conoscenza che Cirillo fu santificato e viene tutt’ora ricordato come un dottore della chiesa. Di Cirillo in realtà viene mostrato un 30 % rispetto tutto quello che di male può aver fatto nel periodo in cui è stato vescovo, dichiara il regista “oggi è ricordato come un santo ma è più avvicinata al martirio e alla figura di Gesù Cristo Ipazia che non Cirillo”.

Si sarebbe mai aspettato che nel terzo millennio fossimo tornati alle guerre di religione con questa violenza? Se si da una spiegazione e poi se ci chiarisce questa benevolenza verso Cirillo, perché grazie al suo film sappiamo che le cose per Ipazia andarono ben peggio,  la violenza fu ben più grande di quello che Lei ci mostra.

La cosa che io ho avuto sempre intenzione di mostrare è che la storia che vediamo di 1700 anni fa non è poi così lontana, sono passati tanti anni ma alcune cose ancora succedono. Per questo abbiamo adottato questa tecnica di allontanarci, di far vedere il mondo dal cielo e di far sentire i pianti di bambini le grida delle donne, il rumore della natura, per dire la terra è ancora la stessa. La gente continua a morire, ad uccidersi per delle idee, per degli ideali. Sicuramente nel cristianesimo di oggi non ci sono cristiani che uccidono per la religione ma ci sono alcune forme di estremismo magari in alcune fazioni dell’Islam più estremo queste cose ancora succedono.

Volevamo, appunto fare vedere questo, che nonostante gli anni, i secoli, il mondo, la storia non è cambiata così tanto e forse questo vuol dire che la nostra epoca può essere vista come un’epoca di transizione così come è stata di transizione quella che facciamo vedere nel film. Li è stata un’epoca di transizione verso il medioevo, un periodo scuro, io sono ottimista di natura e spero sia la transizione verso un periodo migliore e forse la chiave di tutto questo sta in internet. Per quanto riguarda l’importanza della religione oggi a differenza di allora la religione non ha un’importanza così forte ma non parlo solo del cristianesimo ma di tutte le religioni.

Per quanto riguarda il modo di trattare in maniera un po’ benevola Cirillo era raccontare in maniera contestualizzata quello che è stato il su ruolo in questa particolare vicenda e non fare tutta la storia con Cirillo. Noi sappiamo attraverso le cronache che lui ha avuto una responsabilità se non diretta quantomeno indiretta nel decidere la morte di Ipazia. Per quanto riguarda voler ammorbidire un po’ le circostanze della morte di Ipazia che sappiamo sono state veramente tremende, lei fu letteralmente scarnificata con degli attrezzi veramente terribili. Volevamo dipingere la morte in maniera veritiera ma volevamo fare un finale che fosse sopportabile anche per il pubblico. E abbiamo optato per la lapidazione contravvenendo alle fonti perché ci è sembrato più attuale, sappiamo che ancora oggi in alcuni paesi le donne vengono lapidate ed era un ulteriore collegamento con il mondo odierno.

L’eroica Mikado si dichiara “felice del dibattito aperto dalla pellicola” e non sembra aver avuto problemi accettando di distribuire un film sul quale è calata una “coltre di silenzio”, facendo supporre al regista che si tratti di un “atteggiamento studiato” da parte della chiesa. La figura di Ipazia è molto scomoda per il mondo clericale perché riaccende un fuoco mai del tutto spento. La soppressione di una coscienza critica affogata in bagni si sangue e torture proprie di un integralismo condannato in occidente e proprio da quella chiesa che in questo momento sembra avere per la testa problemi molto più impellenti da risolvere.

Il film è nelle sale dal 23 aprile.