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Saturday 20 April 2024
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Rinunciare al sale? Da oggi non più con il sale rosa | Fuori le Mura



sale rosa dell'himalaya

Visitando, esclusivamente per lavoro s’intende, uno dei tanti wine-bar della Capitale, mi capita sempre più spesso di trovare sul tavolo una ciotola di cristalli rosa presentata, con supremo orgoglio dello chef, come il pregiato Sale Rosa del’Himalaya.
A primo impatto, un nome così ridondantemente esotico, mi suscita solitamente un immediato scetticismo, non solo, a livello cromatico questo rosa scintillante mal si accompagnava con i colori caldi e rassicuranti del mio piatto di bruschette al pomodoro.
Eppure ricredermi su questo nuovo ritrovato della cucina, è stato di una facilità estrema.
A differenza del sale che comunemente usiamo, ha il pregio di insaporire gli alimenti che vengono conditi, senza coprirne i sapori, anche quelli più delicati. Quindi esalta i piatti di ogni tipo di cucina, anche e soprattutto di quella italiana, caratterizzata dalla semplicità degli ingredienti. Sempre di più sono infatti gli chef che lo utilizzano nelle loro cucine, proprio per esaltare i loro piatti.

Viene spesso chiamato il “sale ricco” in quanto è il sale che contieni più minerali in assoluto, ben 83, tra cui zinco e ferro in notevoli quantità. Inoltre la sua specifica struttura cristallina lo rende più facilmente assimilabile dall’organismo del sale bianco da cucina.
Di origine fossile antichissima, addirittura risalente all’era secondaria, giunge al consumatore allo stato puro senza subire alcun processo di raffinazione o contaminazione.
Ovvio che poi il prezzo è notevolmente superiore del sale marino.
Utilizzato anche dalla cosmetica e dalla medicina naturale, risulta essere un efficace anti-cellulite in quanto impedisce la ritenzione idrica della pelle.
Chi l’ha detto quindi che dobbiamo rinunciare al sale per essere belle e in salute?