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Friday 29 March 2024
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Il giorno della memoria | Fuori le Mura



giornata della memoria

“La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz, “Giorno della Memoria”, al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati”

Art.1 legge n. 211 del 20 luglio 2000

Sessantacinque anni fa, il 27 Gennaio 1945, venivano aperti i cancelli di Auschwitz. Ad Auschwitz, così come nei numerosissimi altri campi di concentramento e di sterminio costruiti dalla Germania nazista, erano stati compiuti crimini di inverosimile disumanità. Questi gravi misfatti non furono indirizzati solo contro gli ebrei o contro altri popoli ritenuti razza minore come i Rom, i disabili  e le popolazioni slave,  ma contro tutta l’umanità. Questo è quello che successe anni fa, questa è la storia più terrificante del secolo scorso.

BambinoAll’esplosione della guerra, lo scopo prioritario del nazismo e di Hitler sembrava basarsi sull’eliminazione degli ebrei dalla vita pubblica forzandoli all’emigrazione, rendendo il territorio tedesco judenfrei (libero da ebrei); il procedimento scelto per migliorare la Germania dagli ebrei fu, in questo primo stadio, quello di rendere insostenibili le loro condizioni di vita tramite un sistema di leggi sempre più soffocante, cercando di condurli verso un allontanamento finale all’estero.  Riuscire in questa impresa (si stimano 540.000 ebrei) era un progetto inattuabile; ad ogni allargamento della Germania nazista la quantità di ebrei prosperava e le nazioni estere non erano in condizione da accogliere la grande massa ebraica arrivata dal Reich.  Alla vigilia della guerra, questa soluzione era chiaramente non riuscita.

In piena guerra la questione si inasprì ulteriormente; l’assalto del Belgio, della Francia, dell’Olanda, della Danimarca e della Norvegia fece elevare nettamente il numero degli ebrei caduti in balia del nazismo. Il fine basilare, ovvero riportare alla condizione judenfrei la Germania, si ampliò a profusione: si  lavorava per rendere judenfrei l’Europa intera.
La soluzione dell’emigrazione all’estero era inattuabile e difficile da realizzare; si aprì così la strada per un’altra soluzione: deportare gli ebrei europei all’Est radunandoli nelle terre polacche occupate; sterminare in loco gli ebrei fu un esempio di totale supremazia nazista nel progetto di soppressione del giudaismo europeo.  Si era sostenuta la teoria e subito dopo si adottò nel pratico un piano di sterminio fisico; sterminare però gli ebrei dove vivevano poteva essere adottato solo all’interno dell’Unione Sovietica. Sterminare gli ebrei occidentali non era consentito con mezzi non tanto brutali ma quanto evidenti perchè era quasi impossibile uccidere in massa gli ebrei greci o francesi alla luce del sole. Giorno della memoriaQuello che capitava nell’est era inammissibile compierlo in Occidente ecco perchè la soluzione finale fu il metodo alternativo alla visibilità raccapricciante degli eventi funesti: l’abbattimento fisico degli ebrei in campi di concentramento allestiti a Oriente divenne una realtà grazie anche alla  Conferenza del Wannsee, un’assemblea nella quale si avviò l’organizzazione di tutti gli organi interessati alla buona conclusione della soluzione finale.  Agli inizi del 1942 la soluzione finale del problema ebraico era stata convalidata.

Campi di concentramento, omicidi, torture e violenze. Questo è quello che successe con la soluzione finale. La storia degli ebrei, dei prigionieri omosessuali, delle minoranze etniche e di tutta la gente perseguitata è -citando Zygmunt Barman- “una finestra sulla storia, e non solo sulla storia del Novecento, quanto piuttosto sull’intera modernità”.

Lo speciale della nostra testata è nato per narrare e ricordare l’olocausto non solo attraverso le fotografie di corpi stipati, di racconti di torture e di violenze nei confronti dei perseguitati ma è sorto per cercare di raccontare un dramma spaventoso senza spaventare.
Ha raccontato tutti quegli avvenimenti al fine di impedire che vengano dimenticati dal tempo ricordando sempre che, “il presente ha un cuore antico“.