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RadioBallarò. Il libero mercato della musica | Fuori le Mura

RadioBallarò. Il libero mercato della musica

4 gennaio 2010

di Francesco Anzelmo


posterPomodori, lattughe, verdure e legumi, odori, colori, urla, condiscono direttamente dallo storico ed affascinante mercato palermitano di Ballarò l’iniziativa di alcuni giovani universitari. Nel maggio scorso nasce quasi per caso, ma con grande determinazione, Radio Ballarò, una web radio che ha nelle sue corde molto più della semplice trasmissione online. Ogni domenica dalla loro sede, a ridosso del caratteristico mercato del capoluogo siciliano, sono in onda dalle 18 su www.radioballaro.altervista.org. Incontrando due dei protagonisti di questa iniziativa (Carlo La Neve, voce della radio e Simone Diprima, curatore della parte tecnica) passeggiando per Ballarò, abbiamo approfondito l’essenza che anima questa ‘libera’ web radio. Alla base del loro operato (del tutto gratuito e autofinanziato) s’annida innanzi tutto la voglia di poter vivere la musica liberamente, di poter sganciarsi da una certa logica che se pur nasce per difendere i diritti della musica e dei musicisti, finisce per essere spesso d’impedimento per questi, a maggior ragione se emergenti . Così Carlo e Simone insieme ad altre due collaboratrici, Irene Palermo e Lily Kedved, hanno deciso di non sottostare alle leggi sul copyright, senza che questo voglia dire ‘evasione’, ma semplicemente hanno sfruttato la possibilità di proteggere il diritto d’autore senza dover sottostare alla S.I.A.E. La musica che trasmettono, per lo più emergente, è protetta dalle Creative Commons Public Licenses (CCPL, www.creativecommons.it) strumento che i ragazzi di RadioBallarò hanno scoperto sul web, ispirandosi ad altre realtà che come loro cercano di diffondere le licenze CC, www.jamando.com e www.flmp.it/ . Per chiarezza, tale tipo di licenze, nato negli Usa e presente in Italia da circa 5 anni, permette agli autori non iscritti al circuito S.I.A.E, di salvaguardare in modo del tutto gratuito alcuni diritti; l’artista molto semplicemente tramite le CCPL, può affermare il suo consenso alla riproduzione, diffusione e circolazione delle proprie opere. Il supporto di RadioBallarò nei confronti della buona musica emergente non finisce qua, perchè sul loro sito promuovono i cd delle Band e lo stesso fanno in piccoli mercatini organizzati nelle occasionali manifestazioni in giro per la città, dove a prezzi simbolici vendono le opere dei gruppi e delle magliette con degli slogan finalizzate all’autofinanziamento della radio. Sulla scorta di questo spirito d’impegno e responsabilità, in una terra che ha dato i natali a grandi radio libere, ripensiamo con Carlo e Simone alla storica Radio Aut di Peppino Impastato, l’iniziativa di RadioBallarò si allarga ad una profonda sensibilizzazione dei cittadini verso un sentimento di riappropriazione della città. ‘URBAN rEVOLUTION’ è l’iniziativa di RadioBallarò per spronare il torpore palermitano verso “tutto un’altro modo di pensare”, un modo di pensare che rispetta la città che abitiamo, che siamo, un modo di pensare che fa la differenza e non resta indifferente. Ciò che possiamo augurare a RadioBallarò è di continuare così ‘liberamente’, e di crescere per fare eco in tutta Italia della loro iniziativa, perché il loro impegno dal piccolo appartamento di Ballarò sia un punto di riferimento per tanti: “Radio Ballaro’ in streaming vuole creare un circuito indipendente che unisce tutti gli artisti interessati a far ascoltare la
propria musica senza sottostare alle politiche dei palinsesti… un jukebox del web dove potersi esprimere in libertà”.

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2 Responses to RadioBallarò. Il libero mercato della musica

  1. […] See the rest here: RadioBallarò. Il libero mercato della musica | Fuori le Mura […]

  2. Francesco Anzelmo on 4 gennaio 2010 at 22:41

    Non so se sia “semplice” ma semplicemente loro si danno da fare si danno da fare non solo per quanto riguarda ciò come avrai letto…e il non essere iscritti alla SIAE non risolve perchè la CC non è che una salvagurdia morale per così dire…in tutti i modi il copyleft obbliga ad il doppio della fatica e responsabilità…semplicemente!